Arearea, quadro di Gauguin: descrizione e storia
Arearea è un celebre quadro tahitiano dipinto da Paul Gauguin nel 1892, un anno dopo il suo arrivo a Tahiti. Come è noto a molti, Gauguin aveva deciso di trasferirsi in Polinesia per trovare radici culturali e religiose primitive, che gli permettessero di unire fantasia, tradizione, colore e magia in un’unica opera o in più quadri che, in sintesi, rappresentassero un’unica opera d’arte.
Il suo percorso fu lungo, complesso e unico. E il dipinto “Arearea“, come altri dello stesso periodo (Due donne sulla spiaggia, Le repas, Mata Mua), fonda la realtà, come lo sono ad esempio le scene viste e rappresentate dal pittore con gli occhi di chi osserva un luogo fuori dal tempo, con la fantasia, ovvero una personale reinterpretazione di tradizioni, riti e comportamenti del popolo tahitiano.
Arearea: analisi del quadro
Se osserviamo il quadro da vicino o ingrandendolo, possiamo vedere che:
- in primo piano ci sono due donne;
- un albero sulla destra divide il dipinto;
- c’è un cane di colore rosso;
- in fondo, lontano, alcune donne stano adorando una statua maori.
La scena sullo sfondo è un’immagine di fantasia, mentre le donne in primo piano rappresentano un momento di riposo e tranquillità.
I colori verde, giallo e rosso rappresentano il passaggio dalla realtà alla fantasia.
Il contesto fonde entrambe le realtà e, in un certo senso, si può immaginare che la forza religiosa primitiva protegga le due donne, costruendo un ambiente pacifico e tranquillo, dove tutto è protetto dalle divinità.
Il messaggio di Gauguin
Gauguin idealizza ciò che vede con una forza espressiva notevole, che crea una sorta di mondo parallelo, diverso dalla vera Polinesia.
Il quadro Arearea, come altri dipinti dell’epoca, non fu apprezzato in Francia, tanto che la mostra realizzata un anno dopo a Parigi, nel 1893, non permise al pittore di raggiungere quel successo sperato.
In seguito, quando decise di tornare per sempre in Polinesia, Gauguin riacquistò questo quadro, perché lo considerava una delle opere più importanti del suo periodo tahitiano.
Lo scopo dell’artista non era far conoscere la Polinesia ai francesi, bensì ricostruire un periodo arcaico, primitivo e puro attraverso le sue esperienze visive e le sue fantasie surreali.