La costellazione dell’Acquario

La costellazione dell’Acquario, in latino Aquarius, è una costellazione dello Zodiaco. La sua posizione nel cielo è tra il Capricorno a sud-ovest ed i Pesci a nord-est, ed il periodo di migliore visibilità nel cielo dell’emisfero boreale è fra la tarda estate e l’inizio autunno, piuttosto bassa sull’orizzonte verso sud. È una costellazione di grandi dimensioni ma contiene stelle relativamente poco luminose.

La costellazione dell'Acquario
La costellazione dell’Acquario

Le stelle principali della costellazione sono: β Aquarii, Sadalsuud (“il fortunato dei fortunati”), stella gialla e la più luminosa della costellazione, distante da noi 612 anni luce (un anno luce corrisponde a 9.461 miliardi di Km); α Aquarii, Sadalmelik (“il fortunato del re”), stella gialla che si trova molto vicino all’equatore celeste, distante 758 anni luce; δ Aquarii, Skat o Scheat (“stinco”), stella bianca distante 159 anni luce; ζ1 Aquarii (Sadaltager) stella doppia distante 103 anni luce; γ Aquarii, Sadachbia (“la stella fortunata delle cose nascoste”), stella distante 158 anni luce;

EZ Aquarii è un sistema formato da tre stelle nane rosse, distanti 11,26 anni luce. Le stelle γ, ζ, η e π Aquarii formano un gruppo di stelle, chiamato asterismo, che rappresenta l’Urna, la brocca piena d’acqua dell’Acquario.

Nella costellazione dell’Acquario sono visibili gli ammassi globulari M2 ed M72 e l’ammasso aperto M73; visibili anche due grandi nebulose planetarie: la Nebulosa Saturno (NGC 7009) chiamata così per via della sua somiglianza con il pianeta Saturno, e la Nebulosa Elica (NGC 7293), una delle più brillanti e fotografate della volta celeste.

Due sciami meteorici si originano dalla Costellazione dell’Acquario: le Eta Aquaridi, visibili da metà aprile a fine maggio, con picco di attività solitamente intorno al 5 maggio, e le Delta Aquaridi, visibili da metà luglio a metà agosto, con picco di attività intorno al 28 luglio.

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La mitologia narra che la costellazione dell’Acquario rappresentava per gli egiziani il dio Nilo; mentre nella mitologia greco-romana, la versione più accreditata racconta che la costellazione era identificata nel giovane Ganimede, considerato il più bello della Terra, figlio del Re Tros, o Troo, da cui prese il nome la città di Troia, colui che versava il nettare divino da un vaso.

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