Achille Emperaire (quadro di Cézanne)
Nel libro che Emile Bernard ha dedicato a Paul Cézanne, edito in Italia da Skira, il pittore di Aix en Provence ricorda con affetto il suo amico artista Achille Emperaire, il quale non ebbe fortuna come pittore ma che lui considerava un grande talento. Emperaire fu, infatti, un pittore apprezzato dai suoi colleghi ma che non riuscì mai ad imporsi, e la sua vita fu molto sfortunata. Ancora nel libro di Bernard, Cézanne ricorda come l’amico, malgrado il suo talento che lui riteneva addirittura superiore a quello dei pittori veneziani, visse sempre in miseria, morendo nell’indifferenza generale.
Achille Emperaire: analisi del quadro
Il ritratto che Cézanne gli dedicò nel 1876, realizzato con colori ad olio, sembra una caricatura e, a prima vista, appare più uno scherno che una celebrazione. In realtà non è così. Emperaire era una persona con problemi fisici di varia natura che lo rendevano malato e debole.
Cézanne lo ritrae per come appare, ma lo mette su un trono conferendogli quella gloria che lo sfortunato pittore non ha avuto in vita. Si possono poi fare dei parallelismi fra il trono in cui è seduto come se fosse un imperatore e che viene richiamato dal suo nome inciso in alto e il termine francese empereur, che significa appunto imperatore (peraltro tale analogia con il suo cognome determinò anche che Imperator fosse il suo soprannome).
Al di là di questo, del quadro colpisce la malinconia, la tristezza e la compassione che pervade il ritratto. Cézanne definì Achille Emperaire il suo unico amico del periodo parigino e, per almeno dieci anni, fra il 1860 e il 1870, fu probabilmente così.
Questo dipinto e le parole raccolte da Bernard sono le uniche testimonianze dell’amicizia fra Cézanne ed Emperaire. Tuttavia, esistono anche due disegni in cui Cézanne dipinse il suo amico come un uomo forte e virgulto, con una testa grande e uno sguardo malinconico, pronto ad affrontare con coraggio e determinazione il suo triste destino.