21 Marzo Giornata Mondiale della Poesia: il legame tra Cibo e Versi
Il ventuno marzo non è solo il primo giorno di primavera, ma è anche la Giornata Mondiale della Poesia. Uno degli elementi che più ha ispirato i poeti di tutti i tempi è il Cibo, celebrato spesso in versi divenuti celebri. Il motivo? Il cibo crea unione ed armonia, e dall’aspetto e profumo di alcuni alimenti in particolare i poeti riescono a ricavarne versi poetici.
“… Ogni bufala ha un nome che è un versetto e i nomi di una mandria di bufale sono un poema”. Scriveva così Rocco Scotellaro, un poeta lucano che nel Secondo Dopoguerra si dedicò allo studio della storia dei bufalari della Piana del Sele.
Dalla mozzarella in poi tutto può diventare un’ode poetica. Come diceva Luciano de Crescenzo: “La cucina napoletana non è una cucina qualunque, è una cucina a luce rossa”, intendendo che la mozzarella deve andare in compagnia del pomodoro.
Eduardo De Filippo, regista e drammaturgo napoletano, al pomodoro avrebbe aggiunto sicuramente la carne, per farne un poetico ragù.
Solitamente il cibo che maggiormente ispira è quello che, più di tutti, ci ricorda la nostra appartenenza a qualcuno.
Il cibo nella poesia non è soltanto legato ai ricordi dell’infanzia o della giovinezza, ma può essere anche uno strumento che aiuta a risolvere i problemi di una comunità.
“S’io facessi il fornaio, vorrei cuocere un pane, così grande da sfamare tutta, tutta la gente che non ha da mangiare”, scriveva Gianni Rodari in una sua bella filastrocca, che non era rivolta solo ai bambini. “Sarà una data da studiare a memoria: un giorno senza fame! Il più bel giorno di tutta la storia!“