Gli animali sentono prima i terremoti?

Gli animali, a detta degli studiosi, sembrano avvertire il pericolo prima degli esseri umani. Tra le tante ricerche effettuate in merito, troviamo quella di un team di ricercatori cinesi che ha studiato le anomalie del comportamento animale prima di un evento catastrofico, in questo caso il terremoto.

Gli animali sentono prima i terremoti? I cani e gli animali in genere sentono i terremoti prima dell'uomo?
Gli animali avvertono i terremoti prima dell’uomo?

Gli studiosi hanno notato come prima del verificarsi di tale evento, molte specie di animali mostravano di essere agitatissimi: i cavalli nitrivano e si dimenavano come impazziti cercando di scappare, i serpenti cercavano di uscire dalle loro tane di letargo anche se si trovavano in pieno inverno ed i cani si allontanavano dalle loro abitazioni, fuggendo all’impazzata.

Gli animali sentono prima i terremoti?

Prima dell’arrivo di un cataclisma si è scoperto che uno dei motivi che permettono al fedele amico dell’uomo di accorgersi del suo arrivo, sembrano essere i gas che fuoriescono dalle microfratture delle rocce, mentre i ratti riescono ad avvertire le variazioni della concentrazione di ioni nell’aria. Perfino i pesci gatto percepiscono l’allarme, poiché avvertono le debolissime correnti elettriche che si sviluppano in acqua a causa delle sollecitazioni cui sono sottoposte le rocce prima di un’eventuale scossa tellurica. In Giappone e negli Stati Uniti, sono ancora in corso ricerche e studi sui comportamenti degli animali prima di un evento catastrofico.

Gli scienziati non possono prevedere i terremoti basandosi solo sugli studi effettuati sul mondo animale, spesso influenzato e disturbato da vari fattori esterni, ma possono sfruttare le informazioni che questo mondo può donare per realizzare nuovi studi che permettano in futuro di captare quelle stesse piccole variazioni che mettono in uno stato d’allerta gli animali.

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In conclusione, gli animali avvertono anche le più piccole vibrazioni della terra e l’eventuale aumento di elettricità statica che, a quanto pare, si sprigionano prima e durante i terremoti. Inoltre sono molto sensibili alle variazioni improvvise del campo magnetico della terra. In fondo, se riuscissimo a capire il loro linguaggio, potremmo captare prima del previsto gli eventi catastrofici e metterci in salvo, come è già avvenuto per gli tsunami del 2004 nell’Oceano Indiano e nel 2011 in Giappone.

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Stefano Moraschini

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