Casolari con tetti di paglia a Cordeville (quadro di Van Gogh)

Casolari con tetti di paglia a Cordeville è un celebre quadrodipinto da Vincent Van Gogh nel 1890, poche settimane prima di morire. L’intensità creativa di questo periodo permette a Van Gogh di rendere il paesaggio originale e unico nella sua realizzazione pittorica. Il quadro non è, infatti, una ricopiatura di ciò che vede a Auvers-sur Oise, luogo in cui ha deciso di ritirarsi per sottoporsi ad alcuni trattamenti psichiatrici, ma è un’interpretazione che sconvolge tutto il paesaggio.

Casolari con tetti di paglia a Cordeville: quadro famoso di Vincent Van Gogh
Van Gogh: Casolari con tetti di paglia a Cordeville (1890)

Breve storia, analisi e commento del quadro

Le case e la vegetazione di questo magnifico paese posto a pochi chilometri da Parigi, furono ritratte da Pissarro e Corot, mantenendone intatta la bellezza mentre in questo dipinto vengono sconvolte dalla visione di Van Gogh.

Il “suo” paesaggio sembra essere posseduto da un moto costante e frenetico, come se una forza sotterranea stesse sconvolgendo tutto. Il tetto della casa, una tipica abitazione di campagna, sembra compresso e avvolto da una forza che lo trascina verso l’alto, come se ci fosse una spinta naturale che sconvolge anche gli alberi e i cespugli posti intorno alla casa.

Anche le nuvole sembrano in preda ad una tempesta che le trascina via e le fa avvolgere su se stesse.

La tecnica utilizzata per realizzare il celebre quadro Casolari con tetti di paglia a Cordeville è olio su tela, ma l’impasto dei colori rende molto pastosa la superficie dell’opera aumentando ancora di più l’effetto dinamico del paesaggio.

Questo quadro ricorda i paesaggi stellati in cui Van Gogh ha utilizzato una tecnica che sconvolge il paesaggio, ponendolo in un certo senso in movimento e creando un meraviglioso effetto dinamico. Un aspetto essenziale di questo quadro, come di altri dove il pittore olandese ha utilizzato la medesima tecnica, è una nuova visione del soggetto, un cambiamento che Van Gogh applica a molti quadri mentre la sua mente scivola sempre più nella pazzia.

LEGGI ANCHE  Giapponeseria: Oiran, opera di Van Gogh

Personalmente penso che questo paesaggio, come gli altri di questo periodo, si sia schiantato nell’animo dell’artista e che la pazzia di Van Gogh sia cresciuta man mano che il pittore riusciva a vedere un lato diverso della realtà.

Ci siamo impegnati per scrivere questo articolo. Speriamo ti sia piaciuto. Se ti è stato utile, lascia un messaggio in fondo.

Avatar photo

Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

Speriamo questo articolo ti sia servito. Noi ci siamo impegnati. Lascia un commento, per favore: