Trionfo di Galatea, opera di Raffaello

Raffaello Sanzio è l’autore di uno splendido affresco che si trova nella Villa Farnesina di Roma: ecco un’analisi dettagliata dell’opera.

Raffaello Sanzio è diventato famoso grazie alle sue opere e agli affreschi di notevole spessore artistico. Con la sua bravura ha contribuito a “scrivere” la storia dell’arte italiana rinascimentale. Tra gli affreschi di Raffaello che si rifanno alla cultura latina vi è il Trionfo di Galatea. Esso ha come protagonista un personaggio della mitologia greca. Su commissione del facoltoso banchiere Agostino Chigi, l’architetto Baldassarre Peruzzi realizzò tra il 1509 e il 1512 una splendida villa a Roma, conosciuta come “Villa Farnesina”. Per abbellire l’edificio con decorazioni e affreschi il padrone di casa chiamò diversi artisti, tra cui lo stesso Raffaello, a cui chiese in particolare di lavorare ad un’opera che appunto rappresentasse la ninfa Galatea.

Trionfo di Galatea - affresco - Raffaello Sanzio
Trionfo di Galatea, affresco di Raffaello Sanzio (1509 – 1512 circa). Villa Farnesina, Roma.

Analisi dell’affresco

Inizialmente il progetto commissionato a Raffaello Sanzio prevedeva la decorazione di una stanza intera e delle relative pareti, ma l’opera non è stata mai ultimata. Vi è traccia solo dell’affresco raffigurante il momento culminante della storia della ninfa Galatea. L’affresco, realizzato nell’arco temporale di tre anni (1509-1512) è l’esatta rappresentazione di un episodio che appartiene all’antica cultura latina, che però risulta ancora oggi di difficile attribuzione.

Tra gli ipotetici inventori della storia della ninfa Galatea vi sono Ovidio, Apuleio, Poliziano e Teocrito. L’opera realizzata da Raffaello che rende ancora più splendida la Villa Farnesina in cui è collocata, riprende l’episodio “clou” della storia della ninfa Galatea, ed è ambientata nel mare. La ninfa sta cavalcando un carretto con la strana forma di un pesce che è contemporaneamente trainato da due bellissimi delfini. Sotto di lei vi è il giovane Palemone.

Palemone - Trionfo di Galatea - Raffaello - dettaglio
Il dettaglio del giovane Palemone

Se si osserva con attenzione l’affresco, ciò che colpisce l’occhio è il caos. Ci sono infatti diversi personaggi che si avvicendano. Ad esempio alcuni putti stanno per colpire la ninfa con le loro frecce d’amore. Un altro intercetta il suo sguardo. Poi ci sono alcune Nereidi che vengono rapite dai Tritoni (la scena del rapimento è raffigurata sulla parte sinistra).

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Un altro putto è nascosto dietro le nuvole ed anche lui è pronto a colpire con la sua faretra. Alcuni esperti di arte hanno attribuito a questo personaggio un valore filosofico, cioè quello della castità tipica dell’amore platonico. I personaggi sembrano avvolti in un ritmo vorticoso e danzante.

La ninfa Galatea in dettaglio
La ninfa Galatea in dettaglio

Chi è la ninfa Galatea

Nella lingua greca la parola “Galatea” significa “colei che ha la pelle bianco latte”. Questa ninfa è una delle cinquanta Nereidi, figure mitologiche che proteggevano i marinai dalla furia del mare. Secondo la leggenda, pare che Galatea fosse innamorata di un giovane molto bello, di nome Aci. Ma della splendida ninfa era innamorato anche il ciclope Polifemo che, per attirarla a sé, cercò di irretirla con il suono del flauto (che simboleggia la lussuria).

Poiché non riuscì a far innamorare di sé la ninfa, per la rabbia furiosa nei confronti della coppia innamorata, Polifemo scagliò verso di loro un grande masso che uccise il povero Aci. Per mantenere in vita il suo grande amore, Galatea trasformò il sangue di Aci in una sorgente: il giovane diventò così un dio fluviale.

Trionfo di Galatea: dettagli e particolari

La scena ha un tipico stile classicheggiante, in quanto riprende l’atmosfera delle opere classiche romane, in perfetta armonia con lo stile architettonico della Villa Farnesina. Le proporzioni dell’affresco sono attentamente studiate e riprodotte in linea con i tipici lavori dell’arte romana.

Anche i colori sono stati scelti con molta cura. Tra le tonalità dell’affresco che spiccano per la loro luminosità vi è il rosso del vestito della ninfa, che si distacca dai colori scelti per raffigurare gli altri personaggi che compaiono nell’ambiente marittimo. Il cromatismo riscontrato in tale affresco è tipico dell’arte romana rinascimentale.

Secondo alcuni esperti di arte, la posizione della ninfa Galatea nell’opera di Raffaello Sanzio è la stessa che assume Santa Caterina d’Alessandria nell’opera a lei dedicata dall’autore e collocabile intorno al 1508. Con molta probabilità l’affresco del Trionfo di Galatea era stato giù ultimato nel 1511, poiché già in quell’anno se ne decantava la bellezza. In molti chiesero all’artista chi fosse la modella che usò per il suo affresco, ma Raffaello rispose che il volto di Galatea era stato creato dalla sua fantasia e immaginazione artistica.

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Cristiana Lenoci

Cristiana Lenoci è laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La sua grande passione è la scrittura. Ha maturato una discreta esperienza sul web e collabora per diversi siti. Ha anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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