Storia delle fiere e delle giostre

Giostre e fiereCos’è il divertimento, se non pura ricerca di evasione. Una necessità arcaica che si lega alla personalità dell’uomo dalla sua creazione fino ai giorni nostri. L’evasione ha vari aspetti che si declinano in diversi momenti e ambiti della nostra quotidianità.

La fiera è stata per molti secoli il contesto appropriato per vivere diversi momenti di evasione perché riuniva al suo interno persone e situazioni suggestive e divertenti in cui si poteva trovare di tutto o quasi. Dagli imbonitori ai saltimbanchi, dagli stagnari agli arrotini, dai girovaghi ai cantastorie, dai ciarlatani agli imbroglioni, dagli attori agli acrobati. All’interno delle fiere si vendeva di tutto e si parlava di tutto perché in un periodo in cui i mezzi di comunicazione erano soprattutto verbali, i contesti in cui ritrovarsi e affrontare temi di varia natura erano molto cercati e attesi.

Le fiere, infatti, nascono nel Medioevo, se ne sa qualcosa dal 1000 a.C e proseguono fino al 1700. Esistono tutt’ora, naturalmente, ma sono molto diverse da come erano in passato perché all’epoca, prima del 1700, la fiera era tutto ciò che può rappresentare la socialità e, quindi, oltre al commercio e agli avvenimenti legati al divertimento e alla comunicazione degli eventi era anche un luogo in cui si conoscevano le notizie legate alle capitali, ai governi, all’economia e alle nuove leggi. D’altra parte, ancora oggi, in alcuni stati americani, in cui ci sono zone rurali molto importanti e ampie, come ad esempio nell’Iowa, durante le fiere più grandi possono avvenire comizi politici per le elezioni locali e nazionali e a volte addirittura per quelle presidenziali.

Dopo il 1700, con l’avvento dell’industrializzazione, cambia il modo in cui vengono gestiti il commercio e le comunicazioni, sia delle merci che delle informazioni, e parte del mondo prende una strada diversa rispetto al passato e straordinariamente innovativa che non ha più a che fare con le fiere le quali si ridimensionano anche se vengono influenzate da queste nuove tecnologie. Infatti, per rendere più divertente e stimolante andare in fiera vengono inventate le giostre le quali appaiono, all’inizio rudimentali e meccanizzate, come l’altalena o la sfera rotante su cui venivano poste delle seggiole e che vengono spinte a mano per poi evolvere in forme più complesse e autonome.

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Infatti,  fino agli anni ’50 vengono introdotte novità meccanizzate che trasformano il divertimento soprattutto dei bambini e dei ragazzi; dagli anni ’50 in poi, invece, la meccanizzazione della giostra diventa sempre più complessa creando una separazione fra fiera e parco giochi il quale si trasformerà in luna park, continuando fino ad oggi la sua evoluzione con grandiosi contesti in cui si può soggiornare per diversi giorni come ad esempio Disneyland. L’evoluzione della giostra conserva, però, dei tratti interessanti perché non segue solo il progresso tecnologico ma anche l’identità fieristica che si porta dentro. Un’identità che la contraddistingue per alcune regole basilari;  come, ad esempio, attirare il pubblico stimolandone il desiderio di un divertimento di massa che diventa il risultato di varie miscele: le luci, i suoni, l’imbonimento, la sfida, il pericolo o la condivisione di un’esperienza.

Nell’era digitale le fiere, i luna park e i circhi sono le ultime vestigia di una socialità sempre più assente che è causa di troppe individualità.

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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