Storia dei partiti italiani: la rinascita dopo il fascismo, tra vecchi e nuovi partiti
Il fascismo era stato, come diceva Benedetto Croce, il grande filosofo liberale, «una parentesi» nella storia d’Italia. Un periodo in cui era stato devastato il Paese. Finita la guerra, tuttavia, la politica italiana si presenta con un volto antico: i vecchi partiti prefascisti si rinnovano. Ci sono delle importanti novità: il voto viene esteso alle donne, mentre la monarchia è in procinto di preparare i bagagli per cedere il posto alla Repubblica. Ma i vecchi protagonisti rimangono i partiti politici. L’analisi che segue parte dal 1943 e arriva fino al 1994.
Approfondimento
Dalla caduta del fascismo alla rinascita dei vecchi partiti
Il 25 luglio 1943 è la data che segna la caduta del fascismo. Di fatto viene dato il via libera alla ripresa dell’attività politica. Così a partire da quella data, bastano poche settimane e tutti i partiti dell’antifascismo storico si ripresentano: il Partito socialista, la Democrazia cristiana, il Partito liberale, quello Repubblicano, il Partito comunista.
Questi partiti politici rivestono un ruolo importante subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Suppliscono infatti al vuoto di potere lasciato dal collasso delle istituzioni del Paese. Si costituisce il Comitato di liberazione nazionale (Cnl), che agisce come un organo di governo, in contemporanea al governo regio. È composto da sei partiti: Pli, Psi, Dc, PdA e partito demolaburista, fondato da Ivanoe Bonomi (Primo ministro nel 1944 – 1945).
Di fatto è un partito che non è destinato a diventarlo, rimarrà infatti una sorta di etichetta su un contenitore vuoto di iscritti e di strutture. Al contrario c’è una formazione nuova nel fronte antifascista. Si tratta del partito d’azione, il PdA, ma che non regge alla prova delle urne. Infatti le prime tornate elettorali (le amministrative della primavera e dell’autunno del 1946, le elezioni per la Costituente del 2 giugno 1946 e le politiche del 18 aprile 1948) confermano ancora una volta i rinati partiti storici.
Il partito d’azione e la lotta al fascismo
È un partito nato e forgiato dalla lotta contro il fascismo. Un partito nato per agire contro l’usurpatore della democrazia, per riconquistare la libertà. Il PdA nasce in due riunioni, a Milano e a Roma, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno del 1942. I promotori sono Ugo La Malfa e Ferruccio Parri, giovani esponenti dell’antifascismo democratico. Il programma del partito si concentra sulla laicità dello Stato, sull’attenzione ai problemi istituzionali, impostati su principi di autonomia e bilanciamento dei poteri. È un partito che attira intellettuali e giovani.
L’Uomo qualunque, il partito contro tutti i partiti
Il Fronte dell’Uomo qualunque nasce nel 1945. Il suo fondatore è il commediografo Guglielmo Giannini. Il Fuq ha tuttavia un destino analogo a quello del PdA: vive infatti una breve stagione di gloria tra il 1946 e il 1947. È un partito che sfonda nelle grandi città meridionali. Il mezzo di propaganda usato è l’omonimo giornale, che riporta sul frontespizio un uomo schiacciato da un torchio. I due partiti nuovi sono spazzati via dal riconsolidarsi delle tradizioni alternative partitiche.
Primo parlamento della Repubblica: Ecco i partiti tradizionali
I partiti che entrano a far parte del primo parlamento della Repubblica eletto il 18 aprile 1948 sono quelli tradizionali: la Dc rimane il partito egemone, il Pci è il suo contraltare più forte, il Psi non si smuove da un dieci e quindici per cento, tra scissioni e riunificazioni. Mentre la destra missina e monarchica non supera mai il tetto del 10 per cento. Si attestano al 5 per cento i partiti laici minori: Pli, Pri e Psdi. La stessa sorte tocca al partito Radicale, ultimo nato dei partiti tradizionali.
Sono partiti che hanno tutti radici nell’anteguerra, ad eccezione parziale del Pr e che dominano la vita politica del Paese sino agli anni Novanta. Così nel 1992 gli otto partiti tradizionali, dalla Dc al Pr, sono tutti presenti, unica variante è la trasformazione del Pci in Pds (Partito Democratico della Sinistra). Il segretario che porta a questo passaggio storico per la sinistra è Achille Occhetto.
A loro si affiancano i Verdi, la Lega Lombarda guidata da Umberto Bossi (poi divenuta Lega Nord e infine solo Lega), e i neonati ex comunisti di Rifondazione comunista. Due anni dopo, cambia tutto: il più forte partito del parlamento eletto nel 1994 è Forza Italia, fondato in quell’anno da Silvio Berlusconi.