Perché la civiltà Maya scomparve?
Visse un periodo prospero, di ricchezza e di magnificenza tra il 300 e il 900 d. C, poi improvvisamente la civiltà dei Maya subì un tracollo, fino alla misteriosa scomparsa. Ogni civiltà ha periodi di ascesa e di declino ma mai nessuna civiltà scomparve in maniera così improvvisa e misteriosa. Sono varie le ipotesi che si attribuiscono sulla fine della civiltà Maya.
Nel periodo di massimo splendore della civiltà, fiorirono almeno una sessantina di grandi città, abitate in media da 60-70 mila persone e a Tikal, uno dei centri più importanti, furono costruiti più di 3000 edifici, tra cui piramidi e palazzi. In quel periodo, il popolo Maya viveva in mezzo a tali edifici, piazze e palazzi maestosi, discutendo di filosofia e utilizzando un elaborato calendario solare.
Le grandi scoperte dei Maya, come la matematica e la scrittura, si fondavano seguendo una base religiosa. Negli anni a venire, però, questa grande civiltà iniziò ad abbandonare le fiorenti città e da lì a poco, iniziò la fase di declino che durò almeno due secoli.
Tra le ipotesi che sono state attribuite alla fine della civiltà Maya ci sarebbero le eruzioni vulcaniche; altri parlano di popoli invasori che avrebbero annientato la popolazione rendendo disabitate le città; secondo altri studiosi, invece, sarebbe da ricondurre alla coltivazione dei campi, dato che il loro sostentamento dipendeva quasi esclusivamente dall’agricoltura. Siccome non erano a conoscenza delle tecniche agrarie di oggi, coltivarono sempre le stesse piante portando così i terreni a diventare aridi ed improduttivi; inoltre l’arrivo di un lunghissimo periodo di siccità, mise in forte difficoltà il popolo Maya che si trovò senza cibo e senza acqua.
Secondo, invece, un team internazionale di studiosi, l’ipotesi più accreditata per la fine della civiltà Maya, sarebbe quella della trasformazione del clima, da umido a secco che nel tempo obbligò il popolo a migrare verso le coste, alla ricerca di una vita meno ostica.