San Matteo, biografia e vita
Celebrato il 21 settembre, San Matteo è patrono di numerose località italiane, tra cui Perrillo, Cannara, Asiago, Riese Pio X, Orignano Raggiolo, Salerno, Savigno, Borghetto Santo Spirito, Chiaramonti, Laigueglia, Molinella, Mirano, Nichelino, Montenero di Bisaccia e Poggiofiorito.
Inoltre, vista l’attività che svolgeva prima dell’incontro con Gesù e della conversione, è ritenuto il protettore della guardia di finanza, dei commercialisti, dei bancari, dei contabili, dei banchieri, degli esattori, dei doganieri, dei ragionieri e dei cambiavalute.
Nato negli ultimi anni del I secolo avanti Cristo a Cafarnao, in Galilea, San Matteo, chiamato anche Levi, in quanto pubblicano appartiene alla categoria degli esattori delle tasse, una tra le più odiate da parte del popolo ebraico: in quel tempo, infatti, agli esattori spetta pagare le tasse del popolo all’erario romano in anticipo, così che poi essi, nella maggior parte dei casi, si rifanno direttamente sulla gente, tartassandola. Insomma, oltre che essere additati come collaborazionisti, visto che finanziano gli occupanti romani, cioè un popolo oppressore, gli esattori si rivelano anche usurai.
I pubblicani, inoltre, sono indicati come peccatori, in quanto venerano l’imperatore: al popolo ebraico, infatti, i sacerdoti impediscono di toccare le monete romane che recano l’effigie dell’imperatore, per non violare il primo comandamento. L’incontro tra Matteo e Gesù viene raccontato da Marco: il maestro passa di fianco a Levi, vicino al suo banco all’aperto, poco dopo essersi reso protagonista della guarigione di un paralitico, e gli ordina di seguirlo: Matteo, semplicemente, si alza e lo segue, lasciando tutto, prima di tenere un banchetto al quale invita Gesù e numerosi pubblicani, oltre ad altri peccatori pubblici. Abbandonati tributi, tasse, monete e finanze, egli viene scelto da Gesù per far parte dei dodici apostoli (e infatti appare in quanto tale nelle liste tramandate dai tre vangeli sinottici).
La vita di San Matteo
Della vita di San Matteo si conosce molto poco: la fonte principale è rappresentata dal suo Vangelo, scritto non in greco ma in ebraico, o lingua paterna (cioè l’aramaico che a quei tempi si parlava in Palestina), come se egli avesse voluto parlare prima di tutto ai cristiani di origine ebraica, presentando loro gli insegnamenti di Gesù. Nella sua opera, Matteo collega continuamente richiami all’Antico Testamento con parole, fatti e gesti di Gesù, in maniera tale da evidenziare la provenienza di Cristo e lo scopo per cui è sceso in terra.
E’ Matteo stesso a riportare, nel suo Vangelo scritto dopo la Pentecoste, le parole di Gesù: “Se fai elemosina, la tua sinistra non deve sapere ciò che fa la destra: l’elemosina deve restare segreta”. Il suo Vangelo, che si propone soprattutto di identificare Gesù nel Messia destinato a portare a compimento le promesse dell’Antico Testamento, è destinato agli Ebrei, per sopperire alla sua mancanza verso le altre genti.
Citato negli Atti degli apostoli insieme con gli altri Apostoli immediatamente dopo l’Ascensione di Gesù al Cielo, risulta presente anche nel momento in cui viene eletto Mattia al posto del traditore Giuda Iscariota. Non solo: si ha testimonianza della sua presenza anche quando, il giorno della Pentecoste, Pietro rivolgendosi alla folla dichiara che Gesù è Signore e Cristo. San Matteo, dopo aver predicato in Palestina, muore in Etiopia il 24 gennaio del 70.
Il nome Matteo significa Dono di Dio: secondo alcuni, Levi avrebbe cambiato nome solo dopo aver cambiato vita. La Chiesa lo ricorda come martire.