Sabato sera, domenica mattina (Alan Sillitoe)
il weekend
di alan sillitoe ho letto, e ho raccontato, la solitudine del maratoneta, racconti. mi era piaciuto assai e quindi ho preso sabato sera, domenica mattina – minimum fax, 2010. ci hanno fatto pure un film.
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alan sillitoe si riconferma per me eccellente nelle descrizioni della working class inglese del dopoguerra – in questo caso. il protagonista è arthur, è giovane, ha fatto la guerra e anche se non sembra averlo segnato invece sì, lavora al tornio in fabbrica, e come tutti gli uomini che si rispettino è interessato a due cose. una è la birra. birra che peraltro riesce a bere in quantità da record salvo poi vabbe’ a tutti capita di fare qualche stupidaggine da ubriachi.
arthur è l’uomo che gli uomini stimano. si arrabatta tra le donne senza impegnarsi con una nonchalanche che quasi ero ammirata anche io. e quando due di loro si incontrano mi è venuto in mente di quella volta che sono andata a settala con l’ex^3 a quel pub australiano a sentire quelli che facevano cover dei dream (no, il cantante non aveva i capelli di labrie, tranqui) e dopo ho saputo che c’era anche lei quella sera, l’altra, (stava a un altro tavolo chiaramente) e quando sono andata un attimo in bagno magari hanno anche limonato chi lo sa. magari no, spero sempre nel rispetto della gente.
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alan sillitoe ha lavorato in fabbrica, di torni ne sa. e pure di donne, a quanto dicono le biografie. e di guerra. e di tubercolosi, ma di tbc in questo libro non parla.
ah e poi una cosa che merita tantissimo è la prefazione di diegodesilva. sì diego de silva quello dei libri che mi piacciono assai. bella quella prefazione.