Ritratto di Émile Zola, quadro di Manet

Edouard Manet è uno dei più famosi pittori dell’Ottocento. Di lui si è molto parlato. Non solo del suo talento artistico, ma anche di tutti gli scandali in cui nella vita è stato coinvolto. Tra le opere di Manet ce n’è una particolarmente interessante, che ha come protagonista lo scrittore francese Émile Zola. Il Ritratto di Émile Zola, come il dipinto Il Balcone di Manet, è stato realizzato nel 1868, ed è anch’esso conservato presso il Musée d’Orsay di Parigi.

Ritratto di Emile Zola - Manet - 1868
Ritratto di Émile Zola (Manet, 1868)

Il rapporto tra Edouard Manet ed Émile Zola

Lo scrittore francese Émile Zola era all’epoca un letterato particolarmente noto. Egli aveva difeso più volte il pittore da alcuni attacchi, in occasione dell’esposizione di opere al Salon de Refuses. Con molta probabilità il ritratto di Émile Zola è un regalo che Manet ha voluto fare allo scrittore per ringraziarlo. Pare che Zola fosse interessato soprattutto agli artisti meno approvati e più osteggiati dalla critica ufficiale.

Il talento del Signor Manet è fatto di semplicità e di esattezza. Senza dubbio, davanti alla natura incredibile di alcuni dei suoi colleghi si sarà deciso ad interrogare la realtà, solo con sé stesso: avrà rifiutato tutta la perizia acquisita, tutta l’antica esperienza, avrà voluto prendere l’arte dall’inizio, cioè dall’osservazione esatta degli oggetti. Si è dunque messo coraggiosamente di fronte a un soggetto, ha visto questo soggetto per larghe macchie, per opposizioni vigorose, e ha dipinto ogni cosa così come la vedeva. (ÉMILE ZOLA)

Probabilmente Edouard Manet si sentiva molto “vicino” ad Emile Zola, in quanto anche quest’ultimo si trovava nell’occhio del ciclone nel mondo artistico e letterario dell’epoca. La causa era la trama piuttosto scandalosa del suo romanzo intitolato Therese Raquin, che raccontava l’adulterio consumatosi tra Therese, moglie di un impiegato della Ferrovia, ed il giovane artista Laurent. Emile Zola è considerato il precursore della corrente di pensiero naturalista.

Ritratto di Émile Zola, descrizione del quadro

Per quanto riguarda la struttura del dipinto, che appunto raffigura Émile Zola intento a leggere un libro, ciò che colpisce subito l’occhio è la presenza di colori piuttosto scuri. L’unico elemento luminoso che spicca nell’intero quadro è il volume che lo scrittore sta sfogliando.

In alto a destra sono riportate alcune riproduzioni di opere d’arte giapponesi. In rilievo vi è una stampa raffigurante un guerriero. Era molto forte l’influenza del Giappone sull’arte impressionista dell’epoca, e su quella di Manet in particolare. Sempre in questo ambiente del dipinto vi è la riproduzione di un’altra opera artistica, intitolata Olympia, che è l’opera di Manet preferita dallo scrittore francese.

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Olympia - Manet - 1863
Olympia (Manet, 1863)

Sul lato sinistro del dipinto vi è un’altra riproduzione artistica proveniente dal Giappone. Si vede anche un’iscrizione del pittore Goya riferita ai Bevitori (Trionfo di Bacco) di Velázquez, a simboleggiare la predilezione che Manet aveva per l’arte spagnola.

Altro elemento che colpisce chi osserva il dipinto di Manet dedicato ad Emile Zola è che questo non guarda l’osservatore. La scelta di Manet è quella di dare una maggiore naturalezza al dipinto senza però privare il protagonista di autorevolezza e prestigio. A detta dei critici d’arte, vi è riuscito benissimo.

Edouard Manet è molto bravo a riportare nel “Ritratto di Émile Zola” i diversi elementi che servono a ricostruire la personalità dello scrittore. Il dipinto fu realizzato nello studio del pittore, che venne allestito per la circostanza.

Zola è seduto alla scrivania e sta leggendo. Con molta probabilità il testo è “La storia dei pittori” di Charles Blanc, un libro che lo stesso Manet consultava spesso. Sul tavolo fanno bella mostra un calamaio ed una penna (che simboleggiano la sua attività di scrittore), ed anche una monografia del pittore.

Breve analisi

Il dipinto “Ritratto di Emile Zola” segna l’inizio di un’amicizia profonda tra Manet e lo scrittore, entrambi con personalità assai simili e alla ricerca di affermazione e successo nel campo artistico e letterario.

Per quanto concerne lo stile pittorico, anche questo dipinto di Manet è realizzato con la tecnica di olio su tela. Alcuni critici d’arte come John Richardson (che tra l’altro è il biografo di Pablo Picasso) hanno evidenziato come l’ambiente del dipinto risulti piuttosto piatto e priva di movimento. Ma questa caratteristica sembra essere stata voluta da Manet, che ha preferito curare il personaggio protagonista nei dettagli.

Un quadro è una combinazione originale delle linee e dei toni che si mettono in evidenza. (MANET)

Il talento di Manet è basato sull’autenticità e la semplicità. Anche questo dipinto rivela il suo stile pittorico impressionista oltre che il temperamento dell’artista, avvezzo a penetrare nella profondità dei soggetti che ritrae. Secondo alcuni critici d’arte questo dipinto rende Manet uno dei precursori del Realismo nell’arte.

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Cristiana Lenoci

Cristiana Lenoci è laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La sua grande passione è la scrittura. Ha maturato una discreta esperienza sul web e collabora per diversi siti. Ha anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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