Madame Bovary: riassunto e analisi del romanzo di Flaubert
Gustave Flaubert è l’autore del celebre romanzo Madame Bovary, tradotto in italiano con il titolo La signora Bovary. Per il suo romanzo, l’autore trae spunto dalle vicende realmente accadute ad una giovane donna di provincia, Delphine Delamare, del cui suicidio ne parlò la stampa nel 1848. Nel romanzo, l’autore mette in risalto l’ipocrisia della società e la sua decadenza; messo subito sotto inchiesta per oltraggio alla morale dell’epoca, è senza dubbio un romanzo realista e rivoluzionario.
Un infinito di passioni può concentrarsi in un attimo come una folla in un piccolo spazio.
Approfondimento
Breve commento introduttivo
L’autore Gustave Flaubert critica sia la società del suo tempo, che le vite dei suoi personaggi.
La narrazione non è invadente ma realistica e permette al lettore di immedesimarsi e di calarsi alla perfezione nei panni dei personaggi principali.
L’autore focalizza la sua attenzione sullo spietato ritratto del microcosmo di provincia, popolato da piccoli uomini, che perseguono solo il proprio utile individuale.
A detta dell’autore, per loro non c’è nessuna via di salvezza né tantomeno di redenzione.
Riassunto e analisi
Prima parte
Il romanzo è incentrato sulla signora Emma Bovary, moglie di un ufficiale sanitario, che, stanca della noiosa vita di provincia, si dà all’adulterio ed inizia a vivere socialmente in modo esagerato e al di sopra dei suoi mezzi.
La vita della Signora Bovary non è un caso a sé, perché tutt’oggi all’interno della nostra società, molte persone si sentono come lei, vorrebbero essere qualcun altro, per poter avere l’illusione di cambiare vita. Il lettore si immedesima con la protagonista principale e ne segue tutte le varie vicissitudini amorose. Madame Bovary proietta i suoi castelli immaginari nella mediocre e provinciale realtà quotidiana.
La protagonista del romanzo risulta essere sempre più insoddisfatta, poiché le sue fantasie, che trascendono la sua vita, non potranno mai evidentemente realizzarsi. I sentimenti dei personaggi vengono enfatizzati dall’autore solo attraverso una continua progressione di percezioni corporee e sensoriali.
Il libro narra le vicende di una bella ragazza di campagna, Emma Rouault, che accetta di buon grado di sposarsi con Charles Bovary, ufficiale sanitario rimasto vedono in giovane età.
Emma si rivela sin da subito una donna colma di desideri di lusso, vagheggiamenti e romanticherie che provengono dalla sua lettura dei romanzi rosa.
Il marito vive con lei felice, ma lei lo trova segretamente debole e rozzo: odia lui, i suoi familiari, i suoi modi di fare e di vivere.
La donna pensa che la nascita di un figlio maschio porterà beneficio al loro matrimonio. Ma quando partorisce una figlia femmina, la donna ricade nell’ansia e si risente persa e smarrita. Il marito cerca di venirle incontro facendola trasferire dal villaggio di Tostes a quello di Yonville. Ma Madame Bovary trova la vita di provincia molto deprimente e noiosa.
Seconda parte
Per cercare di uscire da questa situazione, Emma cede al corteggiamento di un giovane studente di giurisprudenza, Léon Dupuis, che sembra condividere con lei il gusto per le “cose più belle della vita”.
Quando l’uomo parte alla volta di Parigi per trasferirsi, Emma inizia ad intrattenere una relazione amorosa con un ricco proprietario terriero, monsieur Rodolphe Boulanger.
Emma vorrebbe fuggire con Rodolphe ma lui non se la sente di abbandonare tutta la sua vita per scappare con lei e, seppur avendo deciso di farlo, la sera prima del giorno fatidico, decide di non partire con lei e lascia una sua ultima lettera d’addio sul fondo di un cesto di albicocche.
La protagonista, a questo punto, rimane talmente scossa dall’accaduto che cade in un periodo di malattia fisica ma soprattutto psichica. Si chiude completamente in se stessa e cerca rifugio perfino nella religione. Ma è solo un periodo passeggero e momentaneo.
Madame Bovary, mentre si trova ad assistere all’opera a Roan con il marito Charles, rincontra di nuovo Lèon.
A quel punto di nuovo scocca la scintilla, cede nuovamente alla passione amorosa ed inizia a frequentare il giovane ogni settimana, il giovedì.
Usa come scusa nei confronti del marito, quella di andare a prendere lezioni di pianoforte. Ma presto viene riconosciuta in città e, se non bastasse, il marito scopre, incontrando l’ipotetica sua maestra di pianoforte, che Emma non frequenta nessuna lezione.
Di questa situazione ingarbugliata ne approfitta Lheureux, merciaio ed usuraio che avendola riconosciuta in compagnia di Léon, la inganna facendole firmare delle cambiali.
Il tempo passa ed il debito di Emma nei confronti dell’usuraio arriva alla notevole somma di 8.000 franchi.
Finale
A questo punto, Lheureux le fa mandare un’ingiunzione del tribunale che prevede il pignoramento dei beni per la cifra dovuta.
Emma inizia a chiedere aiuto a tutti, arrivando anche prostituirsi, senza però riuscire a risolvere il problema.
In preda alla disperazione si fa dare da un farmacista dell’arsenico e, stanca di tutto e tutti, decide di berlo per porre fine alla sua vita, scrivendo prima una lettera d’addio a Charles. Dopo la morte di Emma, il marito per un lungo periodo vive nel ricordo nostalgico di lei, fino a che un giorno scopre per caso tutte le lettere d’amore che Rodolphe e Léon avevano scritto a sua moglie.
Quasi impazzito dal dolore decide di lasciarsi andare ed incomincia a bere. Un giorno, la figlia lo trova morto seduto su di una panchina, con in mano una ciocca di capelli di Emma, Madame Bovary.
Al cinema e oltre
Il romanzo, nonostante tutte le critiche avute per oltraggio alla morale, fu adattato per il grande schermo la prima volta nel 1933 da Jean Renoir, poi giunse la Madame Bovary cinematografica del 1949 di Vincente Minnelli, quella del 1969 dal titolo “I peccati di Madame Bovary” di Hans Schott-Schöbinger, con Edwige Fenech, fino all’ultimo adattamento, quello del 1991 di Claude Chabrol.
Successivamente, nel 1997, Madame Bovary è stata trasposta in manga dalla Mangaka Yumiko Igarashi.