Il Piccolo Principe, di Exupéry: riassunto e significato
Il Piccolo Principe è uno dei romanzi più noti e poetici dello scrittore Antoine de Saint-Exupéry. Venne pubblicato la prima volta a New York il 6 aprile 1943. Questo celebre racconto è un’opera rivolta prettamente ai ragazzi, ma anche uno splendido libro per adulti che narra temi quali:
- il senso della vita,
- il significato dell’amore,
- l’amicizia.
Il racconto è dedicato dallo scrittore al suo amico Leon Werth; ma non è stato scritto per l’amico Leon adulto, bensì per quando egli era ancora bambino (riportiamo il testo della dedica in fondo a questo articolo).
Approfondimento
Il piccolo principe: una storia per grandi e piccoli
Il Piccolo Principe è un’opera che fa riflettere. Essa permette al lettore, adulto o ragazzo che sia, di non dimenticare mai e di non perdere quella semplicità tipica e caratteristica dei bambini.
- Gli adulti saranno portati a vedere Il piccolo principe come un frutto della mente o dell’immaginazione dell’autore, il quale si trova a passare, nel periodo della stesura, un momento difficile.
- I ragazzi invece vedranno il loro “Piccolo Principe”, come un personaggio spettacolare ed un po’ malinconico; lo vedranno come esempio chiave per condurre la loro personalissima battaglia contro un mondo che non fa nulla per comprendere le loro esigenze.
Questo libro ad ogni modo rimane un longseller internazionale: è un romanzo breve dedicato all’infanzia ed al suo mondo, tradotto e commentato in quasi tutte le scuole e tramandato perfino ad intere generazioni di adolescenti.
L’opera dello scrittore francese presenta, oltre alle lettere del testo, una decina di acquarelli realizzati da lui, disegni semplici e naïf che rendono ancora più interessante il libro.
Il protagonista principale della storia si trova a conoscere diversi personaggi; ognuno di questi lascia un segno nel Piccolo Principe che si trova basito e stupito di fronte alla stranezza delle persone adulte.
Ogni incontro va visto dal lettore come una sorta di allegoria o stereotipo della società moderna del tempo.
In un certo senso, costituisce una sorta di educazione sentimentale alla conoscenza del prossimo.
Riassunto e analisi
Il piccolo principe e il narratore
Il romanzo narra le vicende di un Piccolo Principe che incontra il narratore, un aviatore; quest’ultimo è costretto ad un atterraggio d’emergenza a causa della rottura improvvisa di una parte del motore del suo velivolo. Il narratore si trova quindi disperso nel deserto del Sahara e viene svegliato il giorno dopo dal suono di una voce di un bambino extraterrestre.
Questi è proveniente da un piccolo pianeta sconosciuto: gli chiede di disegnare, prima una pecora, poi la cassa per contenere la pecora e una museruola per proteggere una rosa dai morsi voraci dell’animale. L’aviatore inizia a disegnare varie pecore ma non riesce a soddisfare le esigenze del principe. Solo in ultimo disegna una scatola con dei fori, all’interno della quale si trova la pecora.
Il Piccolo Principe informa così l’aviatore di provenire dall’asteroide chiamato B 612 che possiede tre vulcani e una rosa molto esigente, vanitosa e spavalda.
Il Principe inizia il suo racconto, da quando decise di partire dal suo pianeta per non essere più vittima del fiore, e per vedere come fosse fatto il resto dell’universo. Visita numerosi asteroidi abitati da adulti, tra cui gli asteroidi 325, 326, 327, 328, 329 e 330, dove incontra vari personaggi.
Gli incontri sugli asteroidi
- Sul primo, è la volta dell’incontro con un Re triste;
- sul secondo dell’incontro con un personaggio molto vanitoso;
- sul terzo asteroide incontra invece un ubriacone;
- sul quarto un altro personaggio: è un uomo d’affari che trascorre il tempo a contare le stelle credendo siano sue;
- sul quinto un lampionaio: egli ha il compito di accendere e spegnere il lampione del suo pianeta ogni minuto, così che il pianeta giri a tale velocità; per lui il protagonista prova ammirazione perché è l’unico tra i suoi incontri che non pensa solo a se stesso;
- sull’ultimo asteroide incontra un geografo che chiede al bambino di descrivere l’asteroide su cui vive e da cui proviene.
Il Principe descrive così il suo asteroide fatto da vulcani e dalla magnifica rosa che illumina il suo piccolissimo pianeta. Il geografo dice di non catalogare le rose dato che non sono esseri che vivono in eterno come i laghi, le montagne.
Finale
Il Principe parte poi alla conquista della Terra. Qui però non vi trova nulla da conquistare, poiché per sua malasorte, atterra nel pieno del deserto del Sahara. Durante la sua conoscenza di un serpente, si accorge che si trovano sulla terra grandi quantità di roseti. La rosa del suo pianeta non è quindi l’unica nell’Universo.
Si intrattiene parlando con una volpe che gli indica come la sua rosa sia speciale perché è l’unica a cui lui tiene.
Così, mosso dalla nostalgia per la sua rosa, il piccolo principe decide di tornare sul suo pianeta.
In ultimo si fa mordere dal serpente perché solamente in questo modo può combattere lo spazio che lo divide dal suo mondo.
L’aviatore riprende il suo viaggio e guarda il cielo con le sue stelle pensando al Piccolo Principe.
Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano).
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Curiosità
Il romanzo è sicuramente tra i più noti e poetici del XX secolo. Il Piccolo Principe è stato tradotto in più di 220 lingue e dialetti e stampato con oltre 134 milioni di copie in tutto il mondo.
Tra le lingue più particolari in cui è stato tradotto troviamo la lingua corsa, l’aragonese di Spagna, l’esperanto, il guarani, il toba (lingua del nord dell’Argentina), il bretone, il dialetto milanese e il friulano (che non è un dialetto bensì una lingua romanza).
La dedica
«A Leone Werth.
Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il migliore amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini. E ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stata. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano.)
Perciò correggo la mia dedica:
A Leone Werth
quando era un bambino»