Il Barone Rampante: riassunto
Tra i libri di maggiore successo dell’autore Italo Calvino, troviamo Il Barone Rampante. Il libro fu pubblicato nel 1957 dalla casa editrice Einaudi ed è annoverato nel secondo capitolo della trilogia araldica “I Nostri Antenati”, insieme a Il visconte dimezzato (1952) e Il cavaliere inesistente (1959).
Il Barone Rampante: riassunto e analisi
Nel romanzo “Il Barone Rampante“, Italo Calvino unisce l’ispirazione realistica che contraddistingueva il Neorealismo e la componente dell’invenzione fiabesca. L’autore ha la capacità di descrivere minuziosamente mondi surreali con razionalità. E’ originale l’intreccio della trama che si snoda tra finzione e realtà, allegoria e satira. L’autore utilizza come luogo della trama Ombrosa, un paese immaginario della riviera ligure, anche se sono continui i cambi dei luoghi durante la narrazione e alla fine ci si sposta anche in altri paesi della Liguria o addirittura a Parigi, dove il fratello del protagonista principale Cosimo, andava per affari.
L’intera vicenda prende in considerazione la vita del personaggio principale nell’epoca direttamente successiva alla Rivoluzione francese (tra la fine del 1700 e la Restaurazione). Cosimo spicca su tutti per il suo grande anticonformismo e carattere e per la sua grande avversione nei confronti delle regole del suo ceto sociale. Interessante il tema principale del libro.
L’immagine di un uomo che si arrampica sulle piante per sfuggire alla solita routine e alla solita gente rappresenta in un certo senso una valvola di sfogo per l’uomo che decide di trovare una via di scampo e di evadere, non sempre contento della vita che ha. Ma in realtà, il protagonista, che si adatta a vivere su sostegni come i rami degli alberi, si deve ricredere dato che i rami sembrano forti all’apparenza, ma si rivelano poi soggetti ad ogni genere di pericolo.
Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l’ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come fosse oggi. Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d’Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del parco. (INCIPIT)
Il lettore rimane colpito e affascinato dal protagonista, lo segue nelle sue vicissitudini e si immedesima con lui. Inoltre la narrazione è semplice e scorrevole, il linguaggio è privo di lunghe descrizioni o riflessioni ed ha un imprinting umoristico che spinge il lettore a continuare la lettura. Il libro è scritto principalmente in terza persona, con un narratore interno che lascia un velo di mistero attorno alla figura del protagonista principale Cosimo.
In un paesino della Liguria, un adolescente di 12 anni, Cosimo, figlio del barone, è ormai stufo della vita fatta solo di regole e di continue costrizioni. Il ragazzo è insofferente e per tale motivo opta per una vita meno comoda e decide di andare a vivere sugli alberi e di non scendere mai più. Una vita completamente diversa dalla sua ma che si rivela non facile. Cosimo durante la sua lunga permanenza sugli alberi si adatta a questo tipo di vita. Il ragazzo cerca di procurarsi tutte le comodità anche se vive sugli alberi e si procura un caldo giaciglio, un fucile per cacciare, trovando anche il modo per potersi lavare. Incontra una bambina che si chiama Violante di cui si innamora perdutamente ma che non contraccambia il suo sentimento.
Sopravvive alla vita sugli alberi e pratica anche la caccia. La sua vita è piena di avventure, alcune anche insidiose e altre monotone: lotta contro i pirati, per passare il tempo legge molti libri e diventa un filosofo conosciuto in tutta Europa; si imbatte in pericoloso brigante Gian de Brughi, che Cosimo avvicina alla lettura, fino alla condanna a morte del fuorilegge che vede successivamente morire sulla forca. Incontra un gruppo di persone spagnole che come lui dimorano alberi, riesce a fondare una squadra di Vigili del Fuoco ed infine incontra un cane che gli tiene compagnia per molti anni, chiamato con lo strano nome di Ottimo Massimo. Anche l’amore tra lui e Violante esplode finalmente ma purtroppo, come le più belle favole d’amore, a volte non c’è scritto il tanto agognato lieto fine.
Finale
La storia tra i due finisce in malo modo e Violante riparte, sposandosi poi con un nobile inglese. Ad Ombrosa è periodo della Rivoluzione francese e di Napoleone Bonaparte. Cosimo tenta di sollevare la popolazione locale ed incontra il famoso generale rimanendone tuttavia assai deluso.
Cosimo continua la sua vita come sempre e si spegne all’età di sessantacinque anni, stanco e ormai malato, attaccandosi all’ancora di una mongolfiera in volo, lontano dagli occhi degli abitanti del suo paese per non dare compiacimento di vederlo alla fine toccare la terra.