Pezzo da 90 (novanta): da dove deriva questo modo di dire?
Nella nostra lingua, essere considerati “un pezzo da novanta” vuol dire essere una persona influente, importante e di un certo spessore. Secondo lo storico della mafia Michele Pantaleone, che trattò l’argomento nel suo saggio “Mafia e Politica”, il termine pezzo da novanta, proviene dall’ambiente malavitoso.
In senso figurato, quando si parla di un uomo che viene definito, “un pezzo da 90”, si vuole evidenziare come l’ uomo sia una persona di potere, un personaggio con grande influenza che ricopre una posizione di rilievo o di grande prestigio in un ambito o attività. Secondo Pantaleone il pezzo da novanta infatti è un capo mafia, un mafioso che occupa una posizione potente e temuta dall’organizzazione.
Secondo altre ipotesi è il più grosso petardo di ferro, alto 26 cm, che veniva sparato nelle feste in conclusione dei giochi di fuochi e degli spari dei mortaretti. Nel dialetto siciliano invece, viene comunemente chiamato “u’ pezzu ‘i nuvanta”, un cannone con una bocca di fuoco immensa, lunga 53 volte il calibro in uso per il tiro anticarro: veniva utilizzato nella seconda guerra mondiale e aveva un calibro di 90 mm. Il cannone era invidiato anche dai tedeschi che in quel periodo possedevano il famoso 88 Flak.
Tra le altre ipotesi, il termine fa riferimento alla statura dei pupi siciliani che rappresentavano nelle piazze di quel tempo, le gesta eroiche dei Paladini di Carlo Magno. A Palermo, i vari Pupi che raffiguravano “Orlando”, “Il Feroce Saladino” ed altri paladini , avevano una statura di 90 cm. Di diverse stature, invece, erano i pupi costruiti e provenienti da altre città siciliane. Durante le rappresentazioni, il puparo, solitamente chiedeva al suo aiutante di passargli “un pezzo da novanta”.
Nella numismatica, ossia lo studio scientifico della moneta e della sua storia, tale espressione farebbe riferimento invece, al soldo di 90 grammi che per un certo periodo storico, aveva un peso e valore superiore rispetto alle altre monete.