Pescatrice di Awabi e piovra, opera di Hokusai

Pescatrice di Awabi e piovra (Dream of the Fisherman’s Wife)

Pescatrice di Awabi e piovra (Dream of the Fisherman's Wife)
Pescatrice di Awabi e piovra (Dream of the Fisherman’s Wife) – Awabi è il nome giapponese dell’abalone, frutto di mare orientale

In lingua inglese l’opera è indicata come Dream of the Fisherman’s Wife, in italiano: Pescatrice di Awabi e piovra. E’ un’opera erotica. E’ l’opera erotica più famosa dell’artista giapponese Katsushika Hokusai.

Realizzata nel 1814 è un assoluto capolavoro del racconto figurato. Questo celebre esempio di arte giapponese fa parte dell’album Spasimi d’amore pubblicato in tre volumi, ognuno dei quali conteneva cinque doppie pagine a colori.

Dati sull’opera

Tecnica

Xilografia policroma

Misure

22,1 x 15,6 cm

Datazione

1814

Ubicazione

Londra, British Museum

Analisi dell’opera e commento

In Pescatrice di Awabi e piovra, di Hokusai, vediamo una donna nuda distesa fra rocce ed alghe, mentre una piovra o un polpo gigante le succhia la vagina e la avvolge con i suoi tentacoli.

Un altro polpo, di più contenute dimensioni, la penetra con il suo becco nella bocca e le avvinghia un seno.

La piovra più piccola nel dettaglio
La piovra più piccola nel dettaglio

Una scena forte

Ci troviamo difronte ad una scena erotica fortissima, realizzata con una capacità descrittiva meravigliosa; è soprattutto una scena ambigua. Molti critici, infatti, hanno interpretato il comportamento della donna in modi differenti.

Un dettaglio della piovra più grande
Un dettaglio della piovra più grande

Le interpretazioni

Per alcuni critici la donna è sottomessa ad una violenza alla quale soggiace; ma a me non pare ci siano tratti evidenti di costrizione.

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Per altri invece la donna si abbandona ad una forma di piacere quasi nevrotico; e in questo si può osservare lo spasmo della fronte.

A mio avviso, invece, si tratta di una narrazione in cui la donna, colta all’improvviso dall’attacco del polipo, si abbandona al piacere di una strana forma di accoppiamento in un contesto in cui le alghe, il mare e il mostro marino la confondono e la trascinano verso un piacere inaspettato.

Gli shunga

Quale che sia l’interpretazione, e lascio ad ognuno il proprio percorso narrativo, è evidente che possiamo osservare un meraviglioso shunga, la cui originalità lo ha reso famoso anche in Occidente.

Gli shunga sono disegni e dipinti erotici la cui origine risale alla Cina dell’epoca Muromachi (1336 – 1573). Inizialmente vietati, gli shunga erano molto diffusi fra i membri della corte nel periodo Edo (1600 – 1853).

Una delle caratteristiche di queste stampe era la riproduzione di genitali più grandi allo scopo di accentuare la visione dell’amplesso. Anche in questo caso i genitali della donna sono molto evidenti.

Ma la bellezza dell’opera, a mio parere, non consiste tanto in un’alta celebrazione degli shunga ma nella poesia dei suoi movimenti e nell’audacia delle forme che si fondono con i tentacoli del mostro marino.

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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