Natura morta con due bottiglie (opera di Henri Matisse)
E’ il tema della natura morta quello dell’esordio di Matisse: “Natura morta con due bottiglie” (olio su tela, centimetri 73×60, collezione privata, 1896) che mostriamo di seguito.
“Dipingere una natura morta consiste nel trasporre i rapporti fra gli oggetti del tema, con l’accordo di diversi valori cromatici e delle loro correlazioni… bisogna però rendere le emozioni che essi risvegliano”, così spiega Henri Matisse, nel 1908, ai suoi allievi.
La Natura morta è un’arte sperimentata con particolare attenzione nel primo decennio di attività di Matisse, in contemporanea a quelli degli interni e della figura umana. Le prime figure morte sono copie da dipinti fiamminghi. Sono ispirate anche alla tradizione francese, attraverso modelli di Chardin e Manet.
Questa raffinata “Natura morta con due bottiglie”, contemporanea alla “Bottiglia di Schiedam”, testimonia l’adesione a soggetti simili di Cézanne, creati con vivaci e solide forme, inserite in uno spazio costruito da incroci di linee, con pochi tocchi di colore.
La tavolozza di Matisse è schiarita, la pennellata è più spessa, le trasparenze accentuate. Particolare è la resa dello spazio, creato dal piano del tavolo, che si incrocia con una madia e una tela appesa per rovescio al muro. Si tratta di un interno autobiografico: è la tavola del pittore, con la sua tazza, le sue bottiglie, i suoi piatti. Ritrae un piatto di frutta, una pagnottella e un quartino di vino rimasto nella bottiglia, non formaggi e crostacei come nelle ricche tavole olandesi.