Lavoro a mano armata, libro di Pierre Lemaitre
sempre nella mia piccola vacanza fighissima ho letto lavoro a mano armata, di pierrelemaitre – fazi, 2013. di lui avevo già letto qualche tempo fa l’abito da sposo e avevo apprezzato, così come ho apprezzato questo.
presente quando, in questo periodo dove lavoro non ce ne è, si sentono storie brutte su gente disperata? questa inizia come una di quelle. il protagonista è un disoccupato che ha già un po’ di anni e ha famiglia e le figlie sono grandi e fuori casa e un po’ si arrangia e un po’ è disperato e sticazzi vorrei ben vedere. e allora gli propongono un lavoro che non è proprio ‘na roba regolare e vabbe’ succedono altre cose non ordinarie.
trovo che pierre lemaitre sia un eccellente scrittore noir. quel noir francese che da essere in bianco&nero, cappelli sulle ventitre, sigarette che penzolano dalla bocca, pioggia, profumo di mandarini, sedie scomodOPS mi sto confondendo.
solo che una volta quando ero boh all’inizio del liceo? mamma ci aveva iscritto a un cineforum che facevano alla sala del caminetto sul noir francese. sui film, intendo. la sala del caminetto non è un cinema, è, appunto, una sala. sì, con un caminetto. sedie normali, scomode. film di cui non capivo un cazzo, dialoghi zero. mi addormentavo sempre. e c’era sempre profumo di mandarini perché un tizio se li portava da casa e li mangiava durante la proiezione. poi un giorno io e mamma eravamo al cinema *vero*, quello di gardone, e abbiamo sentito profumo di mandarini, che flash. ci giriamo e c’era sempre lo stesso tizio.
cazzo che interessante questo aneddoto.
allora, lemaitre trasporta al giorno d’oggi il noir francese e funziona benissimo. poche cose scontate, un po’ di riflessioni, un po’ di crudeltà.