Ipnosi regressiva: che cos’è e cosa cura
“Scavare” nell’inconscio di un individuo per riportare alla luce traumi e situazioni appartenenti al passato ma che, in qualche modo, ancora condizionano la vita attuale: questo è lo scopo dell’ipnosi regressiva, una tecnica afferente alla psicoterapia che si rifà agli insegnamenti di Sigmund Freud e Otto Rank.
Chi decide di sottoporsi ad una seduta di ipnosi regressiva desidera trovare le cause di problemi e conflitti irrisolti che continuano a disturbare la vita quotidiana, provocando malessere generale e l’insorgenza di determinate patologie. Con l’ipnosi regressiva il paziente ritorna fino all’infanzia e oltre, entrando in una dimensione di “trance ipnotica” nella quale può recuperare le cause dei disagi che sta vivendo nel presente.
Approfondimento
Come viene praticata l’ipnosi regressiva
Oggi questa tecnica viene utilizzata da psichiatri e psicoterapeuti esperti soprattutto per curare casi di disagio psicologico. L’ipnosi regressiva, però, non è consigliata a tutti indistintamente: è il medico a decidere, dopo attente analisi e opportune valutazioni, se il paziente risulta idoneo ad essere sottoposto ad un ciclo di incontri di questo tipo. Si stima, ad esempio, che per il 20% dei pazienti che si sottopongono a psicoterapia l’ipnosi regressiva non sia adatta.
In genere le sedute vengono scandite ogni quindici giorni e sono previste diverse fasi di ipnosi. Nella prima il paziente viene accompagnato nel percorso di trance attraverso la voce, mezzi visivi o alcuni tipi di suoni. Uno degli obiettivi di questa tecnica è di aiutare il paziente a compiere serenamente la sua strada evolutiva, superando eventuali ostacoli come stati di ansia, depressione, attacchi di panico. L’ipnosi regressiva risulta particolarmente efficace anche per curare ossessioni e disturbi alimentari.
Con l’ipnosi regressiva lo psicoterapeuta non ha la pretesa di conoscere e risolvere tutto il karma (vita precedente) del paziente, poiché ovviamente sarebbe impossibile, ma si prefigge lo scopo di far recuperare al soggetto le risorse spirituali e biologiche per la sua corretta evoluzione personale.
L’ipnosi regressiva deve essere praticata individualmente, non sono ammessi incontri di gruppo. E’ consigliabile non lasciarsi guidare da Cd o audiovisivi nel percorso di auto regressione, poiché potrebbero verificarsi pericolosi episodi di scompenso. Ad esempio, è meglio evitare questa pratica sui soggetti psicotici che già normalmente soffrono di alterazioni dello stato di coscienza.
Cosa cura
Alla fine del 1800 Freud usava l’ipnosi per la cura dei pazienti psichiatrici. Successivamente Milton Erickson, considerato il fautore della moderna ipnosi, applicò tale pratica prima su se stesso e poi sui pazienti, per accedere alla capacità naturale di apprendere e guarire.
Le applicazioni dell’ipnosi regressiva sono molteplici: vanno dalla psicoterapia psicosomatica (allergie, asma, obesità, cefalea, tabagismo, insonnia, disturbi gastrointestinali, ipertensione arteriosa) fino al controllo del dolore, alla sessuologia e alla preparazione delle donne al parto.
Molto diffuse e praticate dai medici sono anche le “tecniche immaginative” che, tramite l’utilizzo di immagini simboliche e reali possono essere di valido aiuto in caso di forme ossessive e crisi depressive.
Cosa succede nella mente
L’ipnosi è da considerarsi uno stato coscienziale cui si associano modificazioni a livello del sistema nervoso centrale e periferico. Tale stato fisiologico naturale, non ha nulla a che fare con la perdita di controllo. Lo stato di ipnosi segna l’ingresso del cervello in una dimensione che differisce dalla veglia e si caratterizza per lo spegnimento di alcune aree e dall’accensione di altre.
Alcuni marcatori precisi, primi fra tutti le onde cerebrali, mettono in evidenza questo stato particolare della coscienza.
Ipnosi regressiva e controindicazioni
Attraverso l’ipnosi regressiva è possibile conoscere particolari o aspetti del futuro che non si desiderano ascoltare: per questo motivo è bene avvicinarsi all’ipnosi solo se si è realmente sicuri di sopportare eventuali sgradevoli informazioni. A questo aspetto presta grande attenzione il terapeuta, che utilizza l’ipnosi per portare alla memoria e alla coscienza episodi significativi.
Al paziente che si sottopone alla seduta, spetta mettere insieme i ricordi di esistenze diverse, per confrontarli con quella attuale e scoprire analogie. Quando la rievocazione porta anche il ricordo di vite precedenti, la tecnica è efficace solo per chi crede nella reincarnazione. Ecco perché l’ipnosi è piuttosto controversa e il dibattito tra gli addetti ai lavori è tuttora aperto.