Grazia Deledda: le opere più importanti e la sua figura

Grazia Deledda è stata la prima, e finora unica, scrittrice italiana a ricevere il premio Nobel per la Letteratura. Avvenne nel 1926. La sua figura è troppo spesso trascurata dalle antologie e dalla critica in generale, ma i suoi romanzi e la sua letteratura furono ben presenti e molto considerati nel periodo in cui fu più attiva.

Grazia Deledda
Grazia Deledda

Breve biografia di Grazia Deledda

Quinta di sette figli nacque a Nuoro, in Sardegna, nel 1871. A causa dei pregiudizi della famiglia legati all’istruzione femminile, fu costretta a lasciare la scuola dopo le elementari, nonostante gli ottimi risultati. Venne poi seguita da un precettore privato per qualche tempo. Tutto ciò che studiò successivamente è frutto dello studio personale e da autodidatta.

Le difficoltà economiche della famiglia e la mentalità provinciale retrograda, portarono Grazia a immergersi nel proprio mondo interiore.

Intorno al 1887 iniziò a scrivere e pubblicare le prime novelle su giornali locali:

  • Sangue sardo (1888);
  • Amore regale (1891);
  • Stella d’oriente (1891).

Si trasferì poi a Cagliari dove conobbe quello che sarebbe diventato suo marito, Palmiro Madesani, funzionario del Ministero delle Finanze.

Dopo il matrimonio egli lasciò il suo lavoro per diventare agente letterario della moglie; i due si trasferirono a Roma, dove condussero una vita appartata ed ebbero due figli.

Grazia Deledda
Grazia Deledda

Grazia Deledda continuò a scrivere con continuità e le sue opere vennero apprezzate anche da autori simbolo del Verismo come Luigi Capuana e Giovanni Verga. Lavorò anche come traduttrice e si confrontò con molti ambienti letterari europei.

Nel 1927 ricevette le venne conferito il Premio Nobel per la Letteratura 1926 con questa motivazione:

«per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano».

La critica non accolse bene questa premiazione perché l’autrice aveva studiato da autodidatta e non frequentava i circoli letterari.

Deledda continuò a scrivere fino alla sua morte, avvenuta nel 1936. Le sue spoglie sono state trasportate poi nella sua città natale e la sua casa è attualmente adibita a museo.

Le opere più importanti e la poetica di Grazia Deledda

Le sue opere erano molto note e conosciute: nei primi anni della sua produzione si dedicò soprattutto a novelle pubblicate su giornali locali.

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La fine dell’Ottocento segna la sua maturità letteraria con la scrittura di opere ambientate nella sua terra:

  • Amori fatali (1892);
  • Fior di Sardegna (1892);
  • Racconti sardi (1894) .

Dopo il trasferimento a Roma, pubblicò i suoi grandi romanzi, tra i più importanti si ricordano:

Canne al vento - libro - Grazia Deledda
Una copertina del libro Canne al vento

Negli ultimi anni pubblicò ancora una decina di volumi tra cui Annalena Bilsini (1927) e Cosima (1937), pubblicato postumo e parzialmente autobiografico.

I temi

In realtà quasi tutta la sua produzione ha tratti autobiografici: il realismo con cui descrive la sua terra sarda, i paesaggi brulli e nativi che però non vengono mitizzati anzi, vengono percepiti nei loro elementi negativi.

Molto spesso nei suoi romanzi i personaggi principali si scontrano con la realtà sarda che è legata a leggi morali che condizionano le libertà personali e il desiderio di evadere.

L’amore non è visto come una via di uscita ma come un problema, in Deledda infatti è presente anche una forte componente religiosa che reprime gli istinti dell’eros.

Tra i temi principali troviamo:

  • il fato,
  • la lotta tra il bene e il male,
  • il peccato,
  • la colpa,
  • la religione.

La critica

Molti critici la descrivono come scrittrice verista; sicuramente lo è per la rappresentazione cruda della realtà sarda di fine dell’Ottocento-inizio Novecento.

Tuttavia le opere di Grazia Deledda non sono pienamente riconducibili al solo Verismo.

Come afferma il critico Natalino Sapegno (1901-1990), Deledda ha inserito anche molti elementi autobiografici e quindi manca dell’oggettività pienamente verista. Ella in realtà vuole porre l’accento sulla solitudine e l’incapacità di comunicare dell’uomo moderno. 

Grazia Deledda
Grazia Deledda

Qualche curiosità

  • Lo scrittore Luigi Pirandello non ha mai nascosto il suo odio verso la scrittrice, tant’è vero che affermò di essersi ispirato a lei per la stesura del romanzo Suo marito.
  • La centrale elettrica di Portoscuso, nella provincia di Carbonia-Iglesias, porta il suo nome a seguito di un concorso scolastico.
  • Dalla sua opera teatrale Cenere, venne girato un omonimo film (nel 1916, diretto e interpretato da Febo Mari) con protagonista Eleonora Duse, celeberrima amante di Gabriele D’Annunzio.

Pur essendo una figura poco studiata, bisognerebbe rivalutare l’importanza di Grazia Deledda nella letteratura italiana anche solo come scrittrice donna, in un periodo storico in cui gli autori uomini diventavano personaggi illustri.

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Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

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