Fra i boschi e l’acqua: recensione del libro di Patrick Leigh Fermor

Fra i boschi e l’acqua è un libro scritto da Patrick Leigh Fermor nel 1986. Quella che segue è una breve recensione. La Grecia ha vissuto periodi di splendore e anni difficilissimi. Gli anni della crisi economica sono stati fra i più duri per la penisola ellenica, che dispone di poche risorse ma di un patrimonio archeologico e paesaggistico straordinario.

Patrick Leigh Fermor, "Fra i boschi e l'acqua"
Patrick Leigh Fermor, “Fra i boschi e l’acqua” (1986)

Il turismo infatti è una delle sue prime risorse e anche quest’anno, complice il maltempo nel resto d’Europa, non ha conosciuto flessioni, anzi in alcune isole c’è stato anche un aumento di vacanzieri. Ma al di là della sua patina superficiale costituita dal mare, dalle spiagge e dal buon cibo a poco prezzo, (anche in questo caso dipende dalle isole e dai luoghi che si scelgono), c’è una Grecia meno osservata e frequentata, che è stata raccontata da uno scrittore straordinario, Patrick Leigh Fermor, uno fra gli scrittori di viaggi più interessanti e colti che mi sia capitato di leggere.

Fermor fu un militare di carriera e un viaggiatore per passione. I suoi viaggi si sono trasformati in libri bellissimi, a volte ricostruiti dopo molti anni, grazie alla sua prodigiosa memoria, come “Fra i boschi e l’acqua” (1986), edito in Italia da Adelphi, che racconta un viaggio che Fermor fece a diciotto anni con il proposito di andare a piedi e a cavallo dalla Slovacchia fino alle Porte di Ferro dove, quasi, si congiungono i Carpazi con i Balcani.

Il suo viaggio, dunque, attraversa tutta l’Ungheria e mentre Fermor lo ricorda, la sua prosa arricchisce il racconto di nuovi dettagli, informazioni sulla popolazione e le lingue che si parlano nelle zone che ha attraversato, dettagli sulla storia del paese, le invasioni che ha subito e i cambiamenti che nei secoli lo hanno formato. Il racconto diventa un viaggio picaresco, una favola che incanta per la nitidezza del ricordo ma anche per la ricchezza di dettagli che rendono anche il racconto più banale pieno di fascino.

Non è un viaggio avventuroso ma il racconto lento di un incantesimo in cui tutto viene visto al rallentatore e per questo viene assaporato come in un sogno. Fermor, infatti, racconta di contadini incontrati in mezzo ai boschi, di notti stellate passate a guardare la luna, di leggende, fiabe e storie di territori che non esistono più, di conversazioni con aristocratici e personaggi di altri tempi che spesso lo ospitano nelle loro impareggiabili dimore.

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Patrick Leigh Fermor
Patrick Leigh Fermor

Sono immagini lievi e profonde, sostanziate da una capacità lirica impareggiabile che rende Patrick Leigh Fermor un autore di alto profilo letterario al pari di Robert Byron e Bruce Chatwin. Ma Fermor non è stato solo un importante scrittore di viaggi, che peraltro ha stimolato un’ intera generazione di viaggiatori, basterebbe pensare al suo magnifico libro “Mani“, sempre pubblicato da Adelphi, dove racconta il suo viaggio nel Peloponneso e che ha influenzato centinaia di migliaia di lettori, ma fu anche un eroe di guerra.

Sua la famosa operazione che a Creta nel 1943, portò al rapimento del generale nazista Heinrich Kreipe. Fermor, dopo aver rapito il generale, il quale pensava che lo scrittore inglese fosse un greco, tale era la sua capacità di mimetizzarsi, lo trasportò su un bimotore in Egitto.

Fu realizzato anche un film sull’impresa: “Colpo di mano a Creta“. Il protagonista sul grande schermo fu Dirk Bogarde. Dopo la guerra Fermor abbandonò la divisa e decise di mettersi a viaggiare e a scrivere dei suoi viaggi.

Figlio di un nobile inglese, fin da piccolo Fermor aveva mostrato la sua indipendenza di carattere, tanto che dopo esser stato espulso dal collegio per aver tenuto per mano la figlia del fruttivendolo, piccolo scandalo nell’Inghilterra delle caste, si era messo a viaggiare per scoprire il mondo. E’ morto nel 2007. Da tempo viveva nella sua adorata Grecia a Kardamili, amato dai contadini del luogo che lo consideravano uno di loro.

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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