Favola, opera di Gustav Klimt
Gustav Klimt debuttò negli anni Ottanta come pittore storicista, la corrente che dominava la scena artistica viennese, facendo di Hans Makart il proprio caposcuola. Era uno stile ispirato alle epoche passate, che metteva insieme storia e mito. Nel 1881 l’editore Gerlach & Schenk iniziò la pubblicazione di una serie di volumi lussuosi dal titolo “Allegorie ed Emblemi”. Gustav Klimt fu chiamato a collaborare e realizzò per l’opera “Favola”
La donna nuda al centro del dipinto rappresenta appunto la favola, cui allude il rotolo di pergamena appoggiato dietro la sua mano destra. L’ambiente boscoso e i molti animali che la circondano richiamano alla mente i racconti come quelli di Charles Perrault e La Fontaine, senza alludere ad alcuna narrazione in particolare.
Klimt si rifà al gusto di Makart, nella sensualità della scena, che viene accentuata dalla scelta dello sfondo scuro che fa risaltare la pelle chiara della donna rappresentata, nella scelta dell’inserimento dei topi e nella resa elegante di alcuni particolari: il panno che scivola dalle spalle della donna e le piume arruffate dei due fenicotteri.
Tuttavia la composizione è più sobria di quelle di Makart e Klimt scandisce la superficie attraverso il ritmo delle sue figure, mettendo insieme alla massa chiara e luminosa del corpo della Favola la grande macchia nera a sinistra, con una soluzione che anticipa i futuri sviluppi della sua pittura, spesso fatta di contrasti di “pieni” e “vuoti”.