Differenza tra emozioni e sentimenti
Molto spesso si parla di emozioni e sentimenti usando questi vocaboli in modo erroneo.
Le emozioni
Per emozioni si intendono gli stati mentali e fisiologici correlati a determinate modificazioni psicofisiologiche, a stimoli interni o esterni, naturali o appresi.
La loro principale funzione permette di rendere più efficace la reazione dell’individuo a situazioni in cui si rende necessaria una risposta immediata ai fini della sopravvivenza, reazione che non utilizza cioè processi cognitivi ed elaborazione cosciente.
Secondo lo psicologo Paul Ekman, nell’individuo sono in realtà insite sin dalla nascita delle emozioni di base: gioia, rabbia, tristezza, disgusto, paura e vergogna. Le emozioni hanno una funzione relazionale (comunicazione agli altri delle proprie reazioni psicofisiologiche) e dall’altra parte hanno una funzione autoregolativa (comprensione delle proprie modificazioni psicofisiologiche).
Si differenziano quindi in maniera netta dagli stati d’animo e dai sentimenti. Sono stati mentali e fisiologici di breve durata e transitori. Secondo una recente definizione dello studioso di emozioni Robert Plutchik, quelle definite primarie sono otto e divise in quattro coppie: la tristezza e la gioia, la rabbia e la paura, il disgusto e l’accettazione, la sorpresa e l’attesa.
I sentimenti
Si considerano invece sentimenti quegli stati d’animo, ossia una condizione cognitivo-affettiva, che durano di più rispetto alle emozioni dato che possono rimanere attivi per un periodo più lungo e che presentano una minore incisività rispetto alle emozioni. I sentimenti si riferiscono all’esperienza privata delle emozioni. Il termine deriva dal latino “sentire”, ovvero percepire con i sensi. Grazie all’opera del filosofo Cartesio, che fornì una netta distinzione tra “res cogitans” e “res extensa”, i sentimenti assumono un’importanza specifica rispetto alle funzioni corporee.
Nell’età romantica, si torna a parlare di sentimenti distinguendoli dal sentimentalismo. Il sentimento diventa la facoltà di cogliere l’infinito sia in senso lirico che religioso. Agli inizi del XX secolo, grazie alla nascita della Psicoanalisi Freudiana i sentimenti vengono a far parte, in modo focalizzato, della base di tutte le pratiche di psicologia comportamentale.