L’amica geniale, recensione della tetralogia di Elena Ferrante
gender doesn’t matter
io non lo so chi sia elena ferrante. mi interessa? no. c’avrà le sue ragioni per non dirlo. fortemente consigliata da persone di fiducia, ho letto la tetralogia de l’amica geniale – edizioni e/o dal 2011 al 2014.
avevo letto il primo un po’ di tempo fa e poi tutti di fila gli altri tre, come fosse un libro unico.
ci sto pensando.
è una scrittura magistrale quella di questi libri. è pulita, profonda, non trovi uno scivolone che sia uno. però io ho comunque qualcosa che mi rode. è un libro (dico libro per dire quattro libri) femminile. femminista forse ma non è questo il problema.
è un libro troppo di femmine. non da femmine eh, di femmine. e io quando i libri sono troppo di femmine faccio un po’ fatica. anche quando sono scritti da femmine – non sappiamo se questo è il caso – trovo che spesso ci sia uno sforzo grande per dimostrare qualcosa. è quello che facciamo tutti i giorni, come donne. dimostrare qualcosa al lavoro, a casa, per strada.
dimostrare che ce la possiamo fare bene quanto e più degli uomini, e questo è chiaramente un errore. imposto eh. imposto dagli uomini stessi che spesso ce l’hanno più facile. però non sempre bisogna dimostrare di essere meglio. si può anche dimostrare di essere bene. di essere quello che si è. cioè, nun se capisce me sa. tipo, le quote rosa. ok potrei anche essere d’accordo, ma solo in parte. perché se ci sono degli uomini più validi a fare una determinata cosa, perché essere obbligati a scegliere donne meno valide solo perché sono donne?
ah no ma scusate non ci sono uomini più validi. taaaaac è qui l’errore. nel vittimismo delle minoranze noi donne ci cadiamo in pieno e se potessimo ribalteremmo la situazione. non possiamo, è ovvio, ma se potessimo.
siamo persone. non uomini o donne, persone. per questo non mi interessa sapere se elena ferrante sia donna o uomo. tutti gli scrittori dovrebbero usare uno pseudonimo, in modo da non farmi cadere nel pregiudizio che uhm, io le donne non è che mi piacciono tanto – ah, ci sono eccezioni ovviamente, che vi credete, che io sia coerente?
napoli in questi libri è così vicino che la puoi toccare. è un pacchetto di fotografie. vale la stessa cosa per la situazione sociopoliticoeconomicmetteteciquellochevolete. sta sullo sfondo ma non nascosta, piuttosto tira i fili della storia, come un burattinaio.
L’amica geniale: protagoniste e personaggi
le protagoniste e i personaggi che gravitano intorno sono così reali che ti viene davvero da farti domande sui tuoi rapporti di amicizia. ho o ho avuto amiche come lila? come lenù? e io dove mi classifico? voglio davvero essere come l’una o come l’altra o forse a volte sono entrambe. o magari nessuna. le domande te le fai.
il senso di inadeguatezza, di inferiorità, di lenù nei confronti della sua amica è quello che sento ogni mattina quando mi alzo. nei confronti delle amiche o del mondo intero. allora sì, come lei dovrei dimostrare di più, sempre, ma a differenza sua la forza di volontà spesso manca mentre è più comodo piangersi addosso. lo faccio spesso di piangermi addosso eh, solo che lo faccio un pochino nascosta. ma quanto dolore e terrore e qualcosa d’altro che finisce il -ore si portano addosso anche le persone che sembrano più sicure di sé? a volte me lo chiedo. poi però a volte mi vengono dei dubbi, molte di loro, son proprio soddisfatte così.