Il delitto di Elena Ceste
Il 24 gennaio 2014 Elena Ceste scompare dalla sua casa di Costigliole d’Asti. Il marito Michele Buoninconti denuncia la scomparsa: “Mia moglie è scomparsa da casa. Mi aveva pregato di portare i figli a scuola perché non stava bene. E voleva mettere in ordine tutto quanto. Non l’ho più vista”, così racconta agli inquirenti. Appunta queste parole su un foglio: “Dato da mangiare alle oche, scomparsa mia moglie”. Da qui scattano le indagini. Il 18 ottobre 2014 viene ritrovato il cadavere della donna, poco distante dalla sua abitazione, in un canale, avvolto dal fango. Il marito, il 24 ottobre 2014, viene indagato.
Approfondimento
L’arresto di Michele Buoninconti
Dopo un anno, il 29 gennaio 2015, il marito di Elena Ceste viene arrestato. L’arresto è stato effettuato dai Carabinieri di Asti per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il giorno prima, il 28 gennaio, era stata depositata la perizia autoptica, realizzata dal medico legale di Alba, Francesco Romanizzi. Nell’ordinanza di custodia cautelare il Gip Giacomo Marson ha scritto: “Tutti gli elementi raccolti nel corso delle indagini” indicano “Michele Boninconti come l’autore delle gravissime condotte che gli vengono attribuite“. Il Gip aggiunge che ciò emerge “in maniera dirompente“: il marito di Elena Ceste ha costruito un “castello di menzogne” e ha messo in piedi “vani tentativi di depistaggio” per allontanare da sé il sospetto di aver ucciso la moglie.
Inoltre “la condotta dell’indagato dimostra che la scomparsa ed il successivo ritrovamento del cadavere (…) non sono stati il frutto di accadimenti accidentali né di scelte estreme volontariamente intraprese” dalla donna, “ma sono ascrivibili a un evento del tutto estraneo alla sua sfera di dominio“. Sotto osservazione anche l’atteggiamento di Michele Buoninconti nei confronti dei quattro figli. Il Gip ha scritto: “Di estrema gravità anche nell’ottica di valutare la personalità dell’indagato, è il metodo sottilmente intimidatorio utilizzato per raggiungere lo scopo, suggestionando i propri figli più giovani con la paura tratteggiando uno scenario di allontanamento dalla casa e separazione dagli altri fratelli e dal padre“.
Il momento dell’arresto
Quando sono arrivati i Carabinieri, l’uomo stava lavando le tazze della colazione. Erano le dieci e i militari hanno atteso che in casa non ci fossero i figli. Scortato, ha levato le chiavi dall’auto, poi è rientrato in casa e ha preparato una borsa.
L’ossessione di Michele per la moglie
Michele nutriva nei confronti della moglie una vera ossessione, la controllava. Era sempre presente quando la moglie andava dal medico. Non le dava neppure i soldi per acquistare il pane, le diceva: “devi dire che passerà tuo marito”. E poi le assicurava l’automobile solo nel periodo scolastico.
Chi è Michele Buoninconti
L’uomo ha 43 anni, è un vigile del fuoco ed è nato a Monte Sant’Albino, in provincia di Salerno. È padre di quattro figli.
Il frammento nell’ordinanza di una conversazione con i figli del 5 maggio
Buoninconti dice: “Loro vogliono sentire solo questo, che tra di voi non andate d’accordo. Così uno va da una parte, uno da un’altra parte … Vi va bene vivere così, separati? E a me, perché mamma è … chissà dove, mi mettono ancora da un’altra parte. A casa nostra sai cosa ci fanno venire? Le zoccole, le straniere, a fottere! Perciò cercate di essere bravi tra di voi. Mi avete visto litigare con mamma?”.
Figlio 1: “Sì“. Figlio 2: “E lo chiedi?“. Buoninconti: “Ehh, loro questo vogliono sentire. Se glielo dite, state tranquilli che mi mettono da un’altra parte“.
L’esame autoptico
L’esame autoptico, depositato ieri in Procura ad Asti, conferma l’ipotesi di una morte violenta. L’esame è stato eseguito dal medico legale Francesco Romanizzi, consulente del pm artigiano, Laura Deodato. È ipotizzato che Elena Ceste, visto che le ossa erano intatte, sia morta per asfissia nel letto coniugale. L’esame esclude quindi l’ipotesi del suicidio e la morte naturale o accidentale.
Esito esami tossicologici
Gli esami eseguiti il 17 novembre 2014 escludono il ricorso a sostanze da parte della donna. Elena Ceste non avrebbe assunto né psicofarmaci, né alcol, né stupefacenti, né sostanze tossiche.
La storia del cane scomparso
Il 20 gennaio 2015 viene ritrovato in un allevamento il cane di Elena Ceste. Un esemplare da caccia di razza sprinter spaniel inglese, di cui non si avevano notizie dallo scorso marzo. Il cane era stato restituito dal marito della vittima al proprietario da cui lo avevano acquistato. Ecco cosa aveva detto Michele: “Non riuscivo a stargli dietro”, aveva raccontato ai Carabinieri. Mentre c’era chi sosteneva che il cane con il proprio fiuto sarebbe stato in grado di ritrovare il cadavere.
L’sms del marito di Elena Ceste
A soli tre mesi dalla scomparsa della moglie, Michele Buoninconti incontra un’altra donna e in un messaggio si descrive così: “Un uomo solo, che sa fare bene la pizza e i lavori domestici. Non mi serve una donna che lavora fuori, ma arrivare a casa e trovare qualcuno che mi aspetta”.
Michele tradito dal cellulare
La mattina del 24 gennaio ha telefonato dal luogo in cui fu trovato il corpo di Elena Ceste. La sua linea è stata infatti agganciata dalla cella telefonica di quella zona. La prima telefonata fatta non è alla moglie, bensì ai vicini di casa, così risulta dai tabulati. Poi ha tentato di chiamare la moglie al cellulare.
Il suo tentativo di depistaggio
Tra i tanti tentativi di depistaggio, c’è quella telefonata fatta alla sorella di Elena. L’uomo non sa di essere intercettato. I due al telefono parlano del canale dove è stato ritrovato il cadavere. Lui dice alla cognata: “Lei me lo aveva detto che voleva andarci su quella strada, anche se non l’aveva mai fatta… E io là c’ero andato, per primo… Ma là non ho visto niente, solo le impronte delle lepri…“.