Le rive della Tessaglia (quadro di De Chirico)

Tra le altre opere artistiche che si discostano dal tema del Surrealismo, nella pittura di Giorgio De Chirico troviamo il dipinto “Le Rive della Tessaglia”, realizzato nel 1926. Si tratta di un dipinto ad olio su tela delle dimensioni 93 x 73 cm. Il quadro venne realizzato durante il soggiorno parigino dell’artista che avviene tra il 1925 fino al 1931. Durante questo periodo, De Chirico si distacca dalla pittura del movimento surrealista e si dedica a nuove tematiche, superando anche la pittura della metafisica del primo decennio del Novecento, introducendo nella sua arte manichini, figure umane senza volto, cavalli in riva al mare, mobili all’aperto e gladiatori.

Il celebre quadro "Le rive della Tessaglia" (1926), di Giorgio De Chirico
Le rive della Tessaglia (1926, Giorgio De Chirico) – Olio su tela, 93×73 • La Tessaglia è una regione della Grecia

Le Rive della Tessaglia: analisi del quadro

Uno dei quadri più rappresentativi e più inquietanti di questo periodo, che introduce il soggetto del cavallo, è proprio “Les rivages de la Thessalie”. L’opera si distingue per il suo virtuosismo tecnico e rappresenta un tributo e un ringraziamento al periodo classico. Nel dipinto, De Chirico fa riferimento ad architetture essenziali, proposte in prospettive non realistiche, immerse in un clima di trascendenza e spettralità. Il pittore non utilizza nessuna coordinata spazio-temporale; infatti, nei suoi dipinti si riscontrano figure senza ruolo determinato come gladiatori, generali, centauri, pastori, palafrenieri e oggetti senza connessione logica, in un insieme di sogni, ricordi poco fedeli, suggestioni, miti e reminiscenze che sono nient’altro che echi della sua pittura.

Anche i luoghi sono metafisici nei suoi quadri e si spostano naturalmente nella loro innaturalezza come a rappresentare una forma onirica. Nel dipinto “Le rive della Tessaglia” ammiriamo, in primo piano, un cavallo e un palafreniere (che si prende cura dell’animale): i due si trovano nei pressi della spiaggia del mare di Tessaglia che fa da cornice all’opera. Il palafreniere, a detta dei critici, potrebbe essere il mitico Achille che pascola il suo cavallo e tutt’intorno il paesaggio è metafisico. Il cavallo è quasi immobile, presenta la zampa appena alzata. Solo una folta coda e una bella criniera mosse dall’impeto del vento, danno un tono di vitalità all’animale e alla composizione dechirichiana. Anche l’uomo posa praticamente immobile, vicino al cavallo.

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Possiamo ammirare, lontano, un palazzo porticato con una statua presente sullo spigolo della struttura, una costruzione cilindrica dalle enormi dimensioni e dalla tonalità di colore calda e vivace che potrebbe simboleggiare un faro. All’interno dell’opera troviamo anche una massiccia ciminiera ed infine un piedistallo di una statua, probabilmente rimossa, che si trova nelle vicinanze di Achille e del cavallo.

Le muse inquietanti - De Chirico - 1917-1918
Le muse inquietanti (1917-1918) è un altro quadro di De Chirico che esprime – il titolo stesso lo sottolinea – una sensazione di profonda inquietudine.

In questo dipinto, De Chirico deforma la prospettiva, mentre gli oggetti sembrano sfuggire quasi ad ogni logica. Come sempre, l’artista tende a collocare gli oggetti in ambienti completamente diversi da quelli che sarebbero loro propri. Questo effetto lascia l’osservatore spaesato e stranito. L’atmosfera che si respira è di inquietudine, di solitudine e di immobilità, creando un senso di disorientamento e di angoscia nello spettatore. Proprio per questo, insieme a “Le muse inquietanti“, anche “Le Rive della Tessaglia” è stato nominato dai critici di quel tempo come uno dei quadri più inquietanti dell’artista italiano Giorgio De Chirico.

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Stefano Moraschini

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