Davanti al manicomio di Saint-Rémy: quadro di Van Gogh

Nel 1889 Vincent van Gogh dipinge questo quadro intitolato Davanti al manicomio di Saint-Rémy. Il nome in francese è indicato come Hôpital Saint-Paul à Saint-Rémy-de-Provence. Raccontiamo qui brevemente la storia dell’opera, assieme all’analisi descrittiva. Più in fondo trovi anche il commento video.

Il periodo di realizzazione è lo stesso di alcuni dei più celebri capolavori dell’artista olandese; per citarne un paio: La notte stellata e la serie dei Girasoli.

Van Gogh - Davanti al manicomio di Saint-Rémy
Davanti al manicomio di Saint-Rémy, dipinto di Van Gogh

L’ospedale di Saint-Rémy

In quel periodo Van Gogh era ricoverato nel reparto maschile del manicomio di Saint-Rémy-de-Provence, nel Sud della Francia. Gli era concesso di uscire – naturalmente sempre accompagnato da qualcuno – e passeggiare per il parco; gli era concesso inoltre dipingere e disegnare.

La proprietà si trovava poco fuori dalla città, in aperta campagna e dunque era circondata da alberi, immersa nella natura.

In questo dipinto vediamo proprio il reparto maschile del nosocomio.

Analisi dell’opera

Sulla porta del manicomio intravediamo una persona di cui non riconosciamo la fisionomia; in primo piano ne vediamo un’altra, anch’essa senza tratti somatici, che con le mani sui fianchi guarda verso il cielo. La posizione di questa figura è rilassata.

Forse la persona che sta uscendo dall’edificio è Vincent van Gogh stesso; e forse chi lo sta attendendo è il suo accompagnatore. Oppure, forse, sono solo due degli ospiti del luogo.

La persona in primo piano e della quale non riusciamo a riconoscere i tratti, svolge un ruolo fondamentale nel dipinto: riempie lo spazio vuoto che il pittore ha creato accanto all’albero. Esso a sua volta rompe le tre linee orizzontali solcate:

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  • dal cielo,
  • dall’edificio,
  • dal terreno.

L’albero che qui vediamo grosso e maestoso esce dal quadro per poi rientrarci con la sua chioma verde. La sua posizione ha  un ruolo decisivo nell’interpretazione dello spazio.

Osserviamo per un attimo la scalinata dell’edificio nel dipinto. Si vede che anch’essa ha un ruolo fondamentale: quello di riempire lo spazio centrale, nello stesso modo in cui lo riempie, in un’altra posizione, l’uomo con il cappello che abbiamo descritto poc’anzi.

La forza di questo dipinto risiede nella volontà di Van Gogh di mostrare come la realtà possa essere rappresentata in ogni singolo oggetto, in ogni singolo frammento di luce, in ogni singola parte che sfugge nella realtà. Una realtà che muta davanti ai suoi occhi.

Le pennellate sono vivissime, forti, intense, come la maestosità dell’albero. Ogni tocco sembra irrobustire ancora di più l’oggettiva visione del pittore. Van Gogh in questo dipinto costruisce un’alternativa a ciò che sta vedendo e al modo in cui lo vede.

La sua infermità, i suoi nervi così scossi per il coraggio con cui guarda le cose, per la forza con cui cerca di liberare la vita nel colore, vengono rinchiusi in un luogo che prende forma al di là dell’esperienza soggettiva dell’artista.

Anche in questo dipinto  il pittore olandese va oltre: esce dalla sua realtà per poi tornarci quasi schiantandola, per poterla comprendere, fino a quando la pazzia non lo fermerà per sempre.

Davanti al manicomio di Saint-Rémy, dati tecnici

Luogo di conservazione

Musée d’Orsay, Parigi

Tecnica

Olio su tela

Dimensioni

58 cm x 45 cm

Commento video

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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