Dacia Maraini, a 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini: “La forza di questo uomo è stata la Poesia”
“Caro Pier Paolo” (edizioni Neri Pozza): è questo il titolo del libro che la scrittrice Dacia Maraini ha interamente dedicato ad uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, Pier Paolo Pasolini. Lo scritto esce in occasione del centenario dalla sua nascita. Il volume, che sarà disponibile nelle librerie di tutta Italia a partire dal 3 Marzo prossimo, è il racconto che attraversa passato, presente e futuro, con una raccolta di memorie di Pasolini sotto forma di lettere.
Dacia Maraini e Pasolini sono stati legati da una profonda amicizia e da una stima reciproca.
“Il libro mi è stato chiesto da Roberto Cotroneo che ha insistito tanto sull’amicizia che mi legava a Pier Paolo. Da principio gli ho detto di no, ma poi mi è venuta l’idea delle lettere e ho capito che avrei potuto parlare ancora con un caro amico morto e questo mi ha spinto a scrivere“, ha dichiarato la scrittrice alla stampa.
In particolare, l’autrice ha rivelato di essere ancora in comunicazione con l’amico Pier Paolo attraverso i sogni. “Sogno molto e spesso gli amici morti. Pier Paolo è uno di questi. Poi da ultimo, proprio quando ho cominciato a scrivere il libro, mi è apparso in sogno più frequentemente“.
“Non è che non apprezzi gli altri suoi scritti, ma penso che il segreto della sua forza e della sua originalità stia nella poesia“, ha aggiunto, sottolineando poi l’aspetto profetico di alcuni versi di Pasolini.
Approfondimento
Pier Paolo Pasolini profetico
“Era profetico per sensibilità e per intuito. E leggendo le sue poesie si capisce questa sua capacità di vivere le trasformazioni sociali patite con tutto il corpo”.
Le persone più vicine a Pasolini
Nel libro di Dacia Maraini il poeta intellettuale viene descritto nei suoi momenti più intimi, con gli amici con i quali condivideva viaggi ed esperienze varie (Moravia, Elsa Morante, la Callas, Laura Betti), ma anche con la madre Susanna a cui era molto legato, e con le donne che aveva amato.
“Le donne per Pasolini erano prima di tutto madri. Anche le più giovani le vedeva come tali. Per questo non accettava l’aborto, perchè si identificava con il bambino espulso e considerava la donna che abortiva una madre violenta. Faceva fatica a capire le ragioni disperate di una donna che abortiva“.
Una fine tragica ancora da chiarire
La morte di Pier Paolo Pasolini, avvenuta il 2 novembre 1975 all’idroscalo di Ostia, è ancora immersa in una serie di dubbi e avvolta in circostanze tutt’altro che chiare. Come tutti, anche Dacia Maraini si chiede se un giorno verrà fuori la verità.
“Ci si è affrettati a chiudere il caso visto che c’era un reo confesso, senza tenere conto dei tanti indizi che mostravano la presenza di altre persone. Ma chi erano? Non lo sappiamo. Pelosi prima di morire ha confessato che non è stato lui, ma allora chi? Questo non l’ha voluto dire“, ha detto l’autrice.