Coriandoli di Carnevale: chi li ha inventati e perché

L’inventore dei Coriandoli di Carnevale si chiama Enrico Mangili. Qui vi racconto come arrivò a pensare di utilizzare dei minuscoli dischetti di carta colorata per celebrare il Carnevale. E come partendo dalla periferia di Milano, una tradizione secolare venne sostituita in tutto il mondo dall’invenzione di un italiano.

Coriandoli di Carnevale
Coriandoli di Carnevale

Prima dei coriandoli

Il Carnevale si celebra da secoli, tanto che esistono numerose sfilate di Carnevale tradizionali in tutta Europa. Il Carnevale più celebre d’Italia è quello di Venezia: la prima testimonianza scritta di questa festa risale addirittura all’anno 1094.

Dal 1500 circa si cominciò a lanciare dei confetti di zucchero dai carri delle sfilate verso il pubblico e viceversa. Tale tradizione durò fino al 1875 quando vennero concepiti i coriandoli come li conosciamo oggi.

fu un illustre abitante di Crescenzago, a lui si deve l’invenzione dei coriandoli e delle stelle filanti.

Enrico Mangili, l’inventore dei coriandoli

Enrico Mangili fu un ingegnere, industriale, filantropo, insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro. Fu proprietario di una stamperia di tessuti a Crescenzago, paese della zona Nord Est di Milano. Il piccolo centro alle porte del capoluogo lombardo fu poi annesso al comune di Milano nel 1923.

L’azienda tessile del Cavalier Mangili dava lavoro a molte donne del paese. Per far funzionare i macchinari si sfruttava anche la forza idraulica della corrente del Naviglio mediante una ruota (tutt’oggi nel muro di villa Lecchi, lungo il Naviglio della Martesana, è possibile individuare i segni di dove era posizionata la ruota).

Il settore tessile a quei tempi dava da mangiare a moltissime persone nella zona della Lombardia, da Como a Milano, dove si allevavano bachi da seta per la produzione dei tessuti. Come lettiere per i bachi da seta venivano utilizzati dei fogli speciali a cui venivano applicati dei fori.

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Correva l’anno 1875 quando Mangili ebbe l’idea di riciclare i piccoli dischetti di scarto di questi fogli, proprio per utilizzarli durante le sfilate di Carnevale.

Fu così che nel tempo, i tradizionali confetti di zucchero vennero sostituiti dai coriandoli di carta.

Da dove deriva il nome coriandoli?

Il nome coriandoli deriva dal fatto che nella zona di Milano, i confetti che venivano lanciati durante la festa di Carnevale, erano semi di coriandolo ricoperti di zucchero.

coriandolo semi
Semi di coriandolo. Curiosità: sono un ingrediente base per alcuni tradizionali stili di birra, come le blanche belghe

La pianta del coriandolo era molto comune in quei tempi attorno a Milano.

coriandolo foglie pianta
La pianta del coriandolo e le sue tipiche foglie verdi. Il nome latino è Coriandrum sativum. E’ chiamato anche prezzemolo cinese oppure con il nome spagnolo cilantro.

Il successo dell’invenzione di Mangili

Visto il successo iniziale della sua idea, Enrico Mangili iniziò a commercializzare i coriandoli. Di fatto contribuì a cambiare un pezzo di tradizione e di storia del Carnevale.

In breve tempo i coriandoli entrarono a far parte della tradizione del carnevale milanese per poi diffondersi a livello mondiale.

Il Cavalier Mangili fu inoltre una persona di grandi vedute e dal grande cuore: come benefattore contribuì economicamente alla fondazione dell’asilo che ospitava i figli delle donne che lavoravano per lui, le filatrici di Crescenzago.

Enrico Mangili
Enrico Mangili: il busto presente nel suo asilo

Tutt’oggi l’asilo esiste e si trova in via Padova 269, a Milano. Nel giardino dell’asilo campeggia un busto che ricorda la figura dell’ingegner Mangili.

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Stefano Moraschini

Stefano Moraschini lavora sul web dal 1999. Ha fondato Biografieonline.it nel 2003. Legge e scrive su, per, in, tra e fra molti siti, soprattutto i suoi, tra cui questo. Quando non legge e non scrive, nuota, pedala e corre. È degustatore professionale e giudice internazionale di birre e formaggi. Copywriter e storyteller, aiuta le persone a posizionarsi sul web raccontando la loro storia. Puoi metterti in contatto con lui su Instagram, LinkedIn, Facebook.

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