L’Arte di far sognare: Christine Danielle Isabelle Kaminski

«L’Arte è un veicolo dell’anima, uno strumento dell’essere. Poetizzare o scrivere, scarabocchiare o disegnare, creare, tutto può divenire Arte, se generato dal cuore, se generato per il cuore.»

Christine Danielle Isabelle Kaminski è nata a Rocourt, in Belgio, il 27 giugno 1972.
Dall’età di sei anni vive in Italia dove risiedono le origini della sua famiglia materna. Qui ha intrapreso i suoi studi primari fino alla Facoltà di Scienze Politiche, con l’intento d’intraprendere una carriera diplomatica, finché non si è trasferita nella città di Roma per seguire la sua passione artistica, iniziando a collaborare nello showroom di una stamperia d’arte contemporanea di fama internazionale, la 2RC Edizioni d’Arte.

Christine Danielle Isabelle Kaminski
Christine Danielle Isabelle Kaminski

Nel 1996 è tornata in Abruzzo, nella città in cui è cresciuta, dove ha ripreso gli studi per divenire grafico pubblicitario e web designer, ed ha avviato, dal 2001, un’attività rivolta alla comunicazione integrata.

Appassionata di lettura, nonché di musica e di arte, esprime la sua creatività attraverso il semplice disegno, fino all’elaborazione di opere artistiche in digitale, cenni di poesia, e negli anni, sin da adolescente, ha scritto numerosi romanzi, pur senza pubblicarne alcuno.

Dal 2007 ha abbandonato l’attività di pubblicitario per dedicarsi completamente al perfezionamento delle sue opere, per donare emozioni ed infondere speranze attraverso le sue narrazioni, un piccolo ma sentito contributo per restituire i sogni a chi si è perduto.
Attualmente è in previsione la pubblicazione di tutti i suoi trenta romanzi, scritti nel corso degli ultimi vent’anni, mentre continua a produrre, nuove storie e nuovi amori sognati, orientandosi anche verso il genere Fantasy, ma sempre come una favola piena d’amore.
Senza Parole è il suo romanzo d’esordio, pubblicato con Prospettiva Editrice nell’anno 2007 (di cui è stata effettuata la traduzione in francese – Sans Rien Dire – e si sta terminando quella in inglese – No Words – per essere pubblicato in Europa e Stati Uniti), ed ha poi pubblicato Manca sempre qualcosa, Paura del Buio e Un raggio di sole (nel 2008), D’un tratto lei (2009) e Kaleriya (2010), sempre con la medesima casa editrice, ed Il sogno è sempre (2010), La luce del risveglio e La sofferenza non uccide, la paura non fa vivere (nel 2011) con Lulu.com.

 

Christine, la passione per l’arte ha avuto la meglio su una probabile carriera diplomatica. Come hai capito che dovevi seguire questa strada?

Non si tratta tanto di comprendere, quanto piuttosto di seguire, assecondare le nostre naturali inclinazioni, accogliere ciò che ci attrae, portentosamente ci attrae, ciò che ci fa sentire bene, che ci piace, ci riempie, ed è assai facile in questa maniera trovare la propria strada, scoprire la propria missione, quale posto ci sia stato riservato nella vita.
La carriera diplomatica era stata una scelta logica, inizialmente, per varie ragioni, di coincidenze e condizioni, fondamentalmente sono una fatalista e non credo nel caso, pertanto avevo concluso che le stesse fossero state dei segnali, per me, un sentiero battuto e di conseguenza da intraprendere, anche ad occhi chiusi, però ad un certo punto è accaduto un qualcosa di veramente straordinario, un caso, forse… ma di certo non lo era, all’apparenza poteva sembrare un evento casuale e di bassissima rilevanza, per quanto semplice nella sua manifestazione, magari scontato, eppure era un monumentale bivio che mi ha sbarrato la strada, ed oltrepassarlo per cambiare direzione ha richiesto un gran coraggio, oltre che una certa dose di incoscienza, ero molto giovane allora e probabilmente questo mi ha aiutata, ho compiuto un salto pazzesco che mi ha condotta a mutare radicalmente indirizzo, paese, forse pianeta… non ho avuto paura di saltare, tutt’altro… nel profondo sapevo, era il “treno” della mia vita.
Così, senza più di tanto pensare, tranquillamente, mi sono lasciata trasportare, giorno dopo giorno, evento dopo evento, ed ora eccomi qui, dopo la moltitudine di anelli che hanno formato questa intricata ma così lineare catena, ‘sconvolgentemente’. Sono all’ultimo, forse, prima di chiuderla.
Rammento che quando ero poco più di una bambina, espressi tre intenzioni, in momenti ben distinti: “Da grande farò il grafico pubblicitario, da grande farò la scrittrice, da grande farò la pittrice”. Beh… due su tre, ma non è ancora finita… e sono professioni che sono “arrivate” da sole, nel tempo, dopo aver spontaneamente cambiato una marea di strade, senza neanche rendermene conto, occasioni che sono saltate all’improvviso e che ho preso al volo. Sicurezza o preveggenza? Ancora me lo chiedo.

Hai incontrato difficoltà all’inizio, sia in famiglia, che nei risultati del tuo lavoro?

Come tutti, credo, la gavetta è necessaria, dal punto di vista pratico, ma talvolta ci occorre soprattutto per individuare quale sia l’occupazione adatta a noi, quella in cui riusciamo a dare il meglio essendo totalmente noi stessi, in cui eccelliamo naturalmente, in cui può giocare il nostro talento. Emergendo nella più totale libertà può devolvere frutti davvero prodigiosi.

Tu dici che scrivere per te è come una missione, “per restituire i sogni a chi si è perduto”. Come ci riesci?

È magia… la magia del cuore. Io provo emozioni, mentre scrivo, e le imprimo in ogni mia opera perché ciascuna storia non è da me semplicemente scritta, è vissuta, sono i miei sogni espressi, le mie fantasie più pure e i miei ideali più alti, i miei desideri. Desidero che la gente continui a sognare, sempre sempre… che non si stanchi mai di sognare.

Ultimamente hai dichiarato di essere orientata verso il genere Fantasy, che va per la maggiore. Quali sono le caratteristiche del genere che ti attraggono?

Il mondo delle Fate, tutto ciò che c’è di magico nell’archetipo di Peter Pan, la bianca via magica delle Streghe. Al momento ho dato l’incipit ad una storia sull’origine delle Fate, magari sull’origine del mondo, ma non è una storia totalmente “fantastica”, se vogliamo inventata. Mi documento sempre, sulla realtà e su fatti realmente accaduti, per qualunque cosa, ed in questo caso le basi sulle quali lavoro sono rappresentate dalla mitologia celtica, il mondo astrale e, naturalmente, i sogni. Ingrediente essenziale, immancabile.

Hai dei modelli a cui ispirarti?

Mi ispiro al mio cuore, l’unico vero motore di tutta la mia “arte”. Tuttavia amo gli scrittori dell’800, soprattutto Flaubert e Dostoevskij, il primo per lo stile e la musicalità, il secondo per l’introspezione e la sua genialità nel catturare l’anima, luci ed ombre, il lato oscuro, ma adoro anche Gibran e la sua infinita dolcezza, gran parte della letteratura romantica e quella parte di letteratura che tratta la psicoanalisi ed il mondo onirico, di cui grandi fautori sono Freud, Jung e Fromm. E questo perché non narro soltanto vicende d’amore, non parlo solo d’amore, di passioni e dei desideri del cuore, quelle che scrivo sono storie dettate da una sfrenatissima fantasia ma sempre basate sulla realtà, sulla realtà umana, analizzo i miei personaggi, le paure e le angosce, entro nel loro profondo, nelle loro molteplici sfaccettature, labirinti intricati in cui a volte è facile perdersi, come del resto lo è la natura umana, un immenso labirinto che non conosce mai fine… In sintesi mescolo fantasia e realtà, entrano in simbiosi, sembrano storie vere. Le mie.
Comunque, andando indietro nel tempo un ruolo determinante lo assumono anche Shakespeare ed i filosofi latini e greci, la mitologia greca ha per me un notevole peso, su come vedo il mondo, l’alchimia e la magia, il Fato, la meditazione e l’Illuminazione.

Come nascono le tue storie?

Tempo fa mi è stata posta la stessa domanda, in un’intervista, e posso dunque riproporre la medesima risposta: “Il come non lo so, le mie storie nascono e basta, m’invadono e le riverso su carta, senza pensare, senza programmare, la storia parte da sola e finisce da sola, io sono solamente l’interprete, il tramite attraverso il quale la storia può materializzarsi sulla carta. È un input, mi è sufficiente una frase o un’immagine per scatenare la mia immaginazione, e il più delle volte non riesco a starle dietro, mi accade addirittura che mentre scrivo una storia, la mia mente ne partorisce un’altra, quasi di prepotenza, e per trattenerla, per non perderla, sono costretta ad abbandonare il romanzo attuale per memorizzare immediatamente l’altro.
Alle volte è una fatica, infatti mi è successo di desiderare, ridendoci anche su con me stessa, di avere una mente che funzioni come un computer, che possa registrare e salvare i miei pensieri prima che volino via.”

Continui ancora a disegnare e comporre opere visive?

Certo, nel tempo libero, anche se di regola non ne ho molto, a disposizione, lavoro su parecchi progetti contemporaneamente, e quel poco tempo che mi ritaglio lo impiego primariamente per tenermi in forma, per fare un po’ di movimento e meditare, dato che sono seduta, o meglio, inchiodata al PC per più di 12 ore al giorno, e ciò mi comporta anche problemi fisici, come alla schiena e alle articolazioni, di mobilità, muscoli che si atrofizzano a causa di queste posture fisse e fortemente malsane, per il corpo.

Pregi e difetti di Christine…

Qui sarebbe da scriverci veramente un romanzo… dacché ho una personalità molto complessa, anzi, più di una, varie e variegate. Ma, se dovessi dipingere un quadro generale, potrei dire che sono una persona piuttosto complicata, per certi versi enigmatica, anche se sono trasparente, come l’acqua… nei miei pensieri e nelle mie manifestazioni sono io, sempre io, Christine… sembrerebbe una contraddizione, vero? In effetti, il “problema” sorge nella mia volubilità, che mi conduce a mutare spesso umore, atteggiamento o parola, dunque non è facile inquadrarmi, come effettivamente sono, ciascun momento corrisponde ad una mia personalità, ad un mio volto, ad un mio stato d’animo, e non è semplice starmi al passo, o semplicemente comprendermi… sono lunatica, figlia della luna ne rispecchio tutti gli aspetti, gli alti e i bassi, le facce, le maree…

Una cosa però è costante e non fugge in nessun caso, la mia sincerità, degenerante molto spesso in cruda schiettezza, forse sfacciata, socialmente infatti non godo di ottima fama, in quanto dico integralmente quel che penso, o che sento in un preciso momento, e non sempre gradevole, ovviamente, considerando altresì che sono una persona facilmente irritabile, se vogliamo permalosa, e non capita di rado beccarmi con la luna storta, laddove esaspero un’opinione od un’idea, il pensiero che conservo di una determinata persona, o di una determinata situazione. Questo ad ogni modo vale anche per il positivo, che posso pensare di qualcosa o qualcuno. Per zittire una persona mi bastano due parole, e non affatto diplomatiche… in declamata antitesi con quel che era il mio progetto iniziale, professionalmente parlando.

LEGGI ANCHE  Intervista a Emanuele Trevi

Sono dispettosa, talvolta capricciosa, come una bambina… ma dispettosa lo divento prevalentemente quando mi ritrovo al cospetto di persone superficiali, antipatiche e con la cosiddetta “puzza sotto al naso”, persone mendaci ed un po’ troppo superbe, o volgari, e di quando in quando posso diventare alquanto vendicativa… chi mi fa del male non sempre se la passa bene, e non per puro spirito di vendetta, non sono quel genere di persona che può covare un odio tale da giungere a vendicarsi, o ad accanirsi per restituire la pariglia, anche perché la trovo un’assoluta perdita di tempo che si potrebbe convogliare in azioni decisamente più fruttifere e senza dubbio positive, per se stessi e per gli altri, come si dice, ho di meglio a cui pensare. La mia è una mera reazione al male ricevuto, per scaricarlo, ed è automatico, nessuna malvagità di fondo, nessuna strategia o perfido intrigo, è soltanto dolore che segue il suo decorso, per morire e non pesarmi più sul cuore… come una sorta di purgatorio a sé stante, infatti con il tempo poi dimentico, dimentico persino i volti, non memorizzo i torti, cancello le persone. Una volta che il dolore è svanito.

Per pregi intenderei più che altro talenti, il talento di saper dire le cose, di saperle scrivere, di essere doviziosamente espressiva e chiara, cristallina. Sono una persona notevolmente intuitiva e sensibile, o meglio, ipersensibile, sentimenti ed emozioni sono in me, amplificati, anche il dolore… a volte presento gli avvenimenti, prevedo fatti o circostanze, comportamenti, so leggere le persone ed intuire i loro pensieri, so leggere tra le righe… ma, come in ogni cosa, sussiste un lato negativo, il rovescio della medaglia, ovvero che mi può capitare di fraintendere grandiosamente, di vedere cose che in realtà non ci sono, quando sono personalmente e profondamente coinvolta, perdo di obiettività perché “entro” troppo e posso confondermi da sola, a volte le cose sono davvero molto più semplici di quanto appaiono… ed io sono davvero tagliata per complicarle, sono una complicatrice nata.

Gioiosa e solare, amo la vita e le belle persone, il sole ed i fiori, il cielo e le stelle… sono una persona di cuore e alle persone che amo regalerei il mondo, con loro sono affettuosa e protettiva, dolce e comprensiva, forse talora un po’ soffocante ma rispetto comunque, e sempre, gli spazi altrui, non sono invadente e comprendo, quando qualcuno ha bisogno di starsene per conto suo.
Amo sperimentare, studiare, mettermi alla prova e testarmi, sfidarmi… e superarmi.

Un altro difetto è che sono piuttosto prolissa, è il rovescio della medaglia del mio saper scrivere, di circostanziare fin quasi allo sfinimento e magari ripetermi, seppur con differenti parole, sono un’ottima ricamatrice e ciò può sfociare nella petulanza, o peggio nell’offesa, al mio interlocutore che può giungere a sentirsi trattare come un idiota, che in sostanza non ci arriva, sentendosi ripetere sempre le stesse cose. Ma non è così, devo puntualizzarlo, mi piace l’uso della parola, amo la parola, parlare, e scrivere, mi piace essere chiara, spiegare, rendere le cose facili, non essere fraintesa, è probabile che io soffra della sindrome della “maestrina”… sono fin troppo precisa, quasi maniacale, a tal punto che sovente mi do addirittura fastidio da sola.

Non sono narcisa ma sono sì, un po’ vanesia, questo però credo si possa fondatamente catalogare come prerogativa femminile, curare il proprio corpo, essere attente al proprio look e alla propria immagine, estetica, ma senza appesantirla, mai, in quel caso non amo le esagerazioni, per quanto io sia esagerata in tutto il resto, se non eccessiva, sono agli antipodi, non conosco le mezze misure. L’essere moderata nella presentazione del mio corpo è l’eccezione che conferma la regola, ma ciò puramente perché rigetto qualsiasi tipo di volgarità, verbale o materiale, sono strepitosamente all’antica, parteggio per la delicatezza femminile e l’eleganza, la riservatezza e la discrezione, l’educazione ed il buongusto, li difendo a spada tratta… di fondo sono una persona abbastanza pudica e composta, in mezzo alla gente, poi nel privato amo la libertà a non finire.

Smodatamente gelosa della mia intimità, lo sono anche con i miei affetti, ma soltanto nei confronti dei “ladri” e dei defraudatori. Proteggo con smisurata e passionale grinta ciò che amo e guai a volermelo “rubare”…
Sono un’idealista, estremamente testarda e caparbia, difficilmente abbandono il campo o chino il capo, certo per quello che realmente mi interessa, che ritengo meritevole, il resto lo lascio cadere in un batter d’occhi, e sono tendenzialmente impulsiva, anche se questa è una cosa che sto tentando di correggere, l’istintività di norma non è opportuna, ed io sono veramente tanto istintiva… spesso salto a conclusioni veloci, magari gratuite, ma raramente mi sbaglio, c’è sempre l’intuito dalla mia parte.

E sono in certi casi assolutista, pianto le mie idee e non ascolto differenti pareri, ciò che penso è sacrosanto e solamente io posso decidere se cambiare opinione, detesto le forzature e l’arroganza, non ascolto nessuno sul momento magari in seguito, se ci rifletto con calma e col silenzio, posso dare per buona l’alternativa. Oppure se il caso mi dimostra il contrario, ma dev’essere davvero eclatante, in quanto la verità non è mai apparenza, forse in superficie, può essere una parte, della verità, dipende da ciò che qualcuno vuole o non vuole mostrare, guardo oltre e non sempre quel che vedo mi piace.
I miei principi sono invece saldi ed inoppugnabili, incontestabili anche da me stessa.

Che cos’è per Christine l’Amore…

L’Amore per me è il mondo, il mio mondo… è quello che muove, che dona, che perdona… è Tutto.

L’opera letteraria preferita…

Non ho preferenze, mi piace quel poco di tutto, il meglio di tutto, quindi posso spaziare dalla classica letteratura ai romanzi un po’ più leggeri, sempre di qualità e non assolutamente commerciali, leggo saggi, la storia antica mi appassiona e mi appassiona anche la filosofia antica, la mitologia, come anzidetto, ma in prevalenza leggo storie d’amore, sono un tipo esageratamente romantico…
Tuttavia se dovessi scegliere un’opera, sceglierei Madame Bovary di Flaubert, un po’ perché è stato il primissimo libro che ho letto, al di fuori dell’ambito scolastico, un po’ perché mi ha ispirato lo stile, ha stimolato in me il desiderio di scrivere e dunque rappresenta un punto d’origine, simbolicamente, ed un po’ perché ancora mi emoziona, insomma mi è rimasto nel cuore. La versione originale è davvero stupenda… non tanto per la storia in sé, probabilmente ce ne sono di migliori, anzi sicuramente, ma è proprio la musica che sento scorrendo le righe, la delicatezza, la soavità… e stiamo parlando di un uomo, un uomo che ha quella delicatezza di espressione tipicamente femminile, un’autentica rarità.

… Il pittore preferito…

Artisti contemporanei non li trovo molto attraenti, sebbene io abbia collaborato in una galleria d’arte contemporanea, hanno sempre il loro fascino, certo, la loro anima, espressa e contemplata in ogni opera, ma l’astratto non mi suscita granché emozione, soltanto l’esplosione di colore può emozionarmi, travolgermi… da questo punto di vista allora prediligo le opere nel nuovo millennio, grafiche digitali, fantastiche, magiche… mentre per gli artisti del passato un buon occhio lo riservo per Kandinsky, per la sua musicalità di colori.
Comunque un artista contemporaneo che mi piace molto è Guarienti, un ponte tra i secoli, tra il moderno e l’antico, Konstantin Vasilyev, e trovo molto affascinante il surrealismo di Vladimir Kush e di Michael Cheval.

Cosa ti piace e cosa non ti piace dell’Italia?

Dell’Italia mi piace tutto, tranne il suo governo! Ed il ladrocinio dei suoi esponenti che stanno letteralmente facendo morire la gente di fame…

Quali sono i tuoi progetti?

Progetti in cantiere tanti, innanzitutto naturalmente pubblicare tutti i miei romanzi, dei quali il prossimo è in fase di editing per essere pubblicato tra qualche mese, Chiarezza, bellezza, poi terminare la mia “favola magica” e, a tal proposito, un progetto a cui sto lavorando da più di anno e che felicemente ho quasi terminato, è un blog assolutamente pro bono, che tratta il mondo delle Fate e parla di tutto ciò che è magia (http://giardinodellefate.wordpress.com): sono ben 250 pagine ed hanno richiesto molto impegno e tanto lavoro, gratificante sempre, ma abbastanza impegnativo. Scrivo anche favole e racconti fantastici, di tanto in tanto, sulle Fate ed il Piccolo Popolo, principi e principesse, forse un giorno pubblicherò un’antologia.
Inoltre, andando un po’ più sul pratico, ho realizzato un blog che tratta l’argomento del blogging business, comunque inerente alla mia professione perché, al mondo d’oggi, è tutto telematico e bisogna tenersi al passo con i tempi, in questo blog tra l’altro si può leggere un breve riassunto della mia vita (http://lavoroadomicilioblog.wordpress.com/chi-sono).
Ed, infine, mi sono occupata di iniziative benefiche, pubblicazione di antologie i cui proventi da destinare in beneficienza, anche se purtroppo l’ultimo progetto non è andato a buon fine, non avendo raggiunto il numero di partecipanti e mi dispiace moltissimo, in quanto ci tenevo davvero (http://soltantoperamore.wordpress.com).
Questi sono i più significativi, poi gli altri sono ancora da avviare o in fase embrionale, tra i quali il primo a partire sarà la sceneggiatura di un pilot (o film, da vedere cosa succede strada facendo), voglio sperimentare e cimentarmi in qualcosa di completamente nuovo, cambio diametralmente genere, sia nel tema che nel supporto, anche nel modo di lavorare, poiché di regola preferisco lavorare da sola, anche per l’editing delle mie opere, mentre questo progetto sarà realizzato a “più mani”, e sarà a sfondo ironico, molto ironico, tendente al satirico, una sorta di parodia di Sex and the City, ambientata però a Roma, quartiere Parioli.

Un consiglio a chi si vuole cimentare con la scrittura…

Seguire sempre il cuore, scrivere per se stessi e per donare se stessi, non per gratificare esigenze altrui o per mero narcisismo, per la fama, ancor meno per denaro, sempre che non si voglia diventare un prodotto commerciale e vendersi, io mi rivolgo ovviamente a chi ha la passione della scrittura, a chi la ama, non a chi la sfrutta. Sarebbe come sfruttare un proprio figlio, quale buon genitore lo farebbe?
In questo caso non conta il risultato finale, ma l’intenzione. O forse vale per tutto.

http://www.christinekaminski.com

http://christinekaminski.wordpress.com

Ci siamo impegnati per scrivere questo articolo. Speriamo ti sia piaciuto. Se ti è stato utile, lascia un messaggio in fondo.

Avatar photo

Laura Bondi

Scrittrice (Autrice del BestSeller 2012 di Amazon "Il Diario di una Cameriera", "Il posto segreto del cuore", "Cofanetto Rosa" ed il nuovo "Incubo a Dubai"), Blogger, Insegnante, Traduttrice, Laura Bondi per Biografieonline intervista personaggi famosi o emergenti e scrive contenuti di carattere culturale.

Speriamo questo articolo ti sia servito. Noi ci siamo impegnati. Lascia un commento, per favore: