Carlo, il principe dimenticato (libro di Vittorio Sabadin)
La monarchia inglese è retta da una regina che ha battuto tutti i record di longevità durante il regno e da un figlio che ha ottenuto il suo record personale di erede al trono più longevo della storia. Mai nessun principe, infatti, ha atteso di regnare quanto Carlo d’Inghilterra che, a oltre sessant’anni d’età, può solo sperare di reggere la monarchia quel poco tempo sufficiente per poter realizzare le sue idee. Carlo, infatti, non è un principe assente o dimenticato, come recita il sottotitolo del libro di Vittorio Sabadin (“Carlo, il principe dimenticato“, edito da da Utet). Il Principe del Galles è in realtà un uomo molto attivo che cerca, malgrado gli sia stato sconsigliato, di influenzare il Parlamento sui temi che gli sono più cari. In primis l’ambiente.
Fin dai suoi esordi come Principe del Galles, Charles Philip Arthur George Mountbatten-Windsor ha portato avanti battaglie sulla coltivazione senza pesticidi e sull’utilizzo delle risorse della terra nel rispetto di un’integrazione fra uomo e natura che non prevedesse lo sfruttamento selvaggio di quest’ultima.
La sua, però, non è solo un’attività di sensibilizzazione, ma anche di realizzazione pratica delle sue concezioni idealistiche. Nelle sue proprietà, infatti, ha imposto la coltivazione bio e ha trasformato alcune sue dimore in vere e proprie aziende che vendono prodotti in tutto il mondo. La sua storia, però, è legata al pettegolezzo e all’abuso che i media hanno fatto della sua vita privata.
Approfondimento
La vita di Carlo, Principe del Galles
Vittorio Sabadin, che è stato a lungo corrispondente a Londra per La Stampa, ricostruisce in questo suo libro tutta la vicenda di Carlo.
Dall’infanzia, passata in collegi militari o di radicale educazione spartana, in cui il Principe ha dovuto affrontare prove difficili per essere all’altezza dell’aspettativa del padre, ai primi incarichi come Principe del Galles, titolo ottenuto per volontà della madre nel 1969, nel castello di Caernarvon, luogo storicamente importante perché è la testimonianza dell’occupazione inglese del Galles.
Non a caso, infatti, il giorno dell’incoronazione ci furono diverse proteste e un paio di bombe fatte esplodere non lontano dal castello. Da quel momento, per Carlo la vita è stata un alternarsi di sfide e tensioni, in cui gli incarichi pubblici sono stati alternati al gossip sulle sue amanti e agli intrighi che hanno inspiegabilmente attratto l’attenzione di milioni di persone.
Non c’è momento in cui non senta di dovermi giustificare per il fatto di essere vivo.
Lady D e Camilla Shand
Diana e Camilla Shand, le donne che hanno segnato la sua esistenza, sono raccontate nel libro come se dovessimo leggere una soap opera, ma questo è quello che i media hanno costruito sulla famiglia reale negli ultimi trent’anni, quando si è rotto una sorta di tacito accordo fra loro e la famiglia reale. Una volta caduto tale accordo, i giornali inglesi si sono scatenati. Ma la monarchia e i ruoli della famiglia reale sono ben diversi da come appaiono.
Il libro di Vittorio Sabadin
Il pregio del libro di Vittorio Sabadin è ricordare anche questo e mostrare una famiglia non solo intenta a bere il tè nei suoi numerosi palazzi o a partecipare con copricapi improbabili alle corse dei cavalli. E, tuttavia, per quanto sia interessante la ricostruzione della vita del Principe del Galles, rimane inevitabile la domanda su quale sia il ruolo della monarchia in un’epoca come la nostra. Soprattutto, visto che i monarchi non hanno più potere e sono dei meri Capi di Stato che possono solo consigliare. Perché spendere tanti soldi per mantenerli e per educarli ad un ruolo che potrebbe essere elettivo?
In parte questa risposta la troviamo nel libro. Perché la monarchia e i membri della famiglia reale non hanno un ruolo politico ma influiscono con le loro attività benefiche più di quanto facciano i Capi di Stato di altre nazioni.
Carlo, ad esempio, ha fondato un trust che ha finanziato, da quando è sorto, 850.000 attività commerciali di ex disoccupati che sono rientrati nel mondo del lavoro grazie al suo contributo.
Non solo. Partecipa con sua madre ad un numero assai elevato di associazioni che si occupano dei più svariati scopi ma che realizzano progetti di cui è riscontrabile l’esistenza e il successo. Il loro è un ruolo sociale oltre che istituzionale, con un peso politico al di fuori del Parlamento. Tale ruolo ha ancora un’altissima considerazione da parte del popolo britannico, che in maggioranza continua a ritenere fondamentale la monarchia.
Carlo da parte sua sa che sarà William, il figlio, a dover dimostrare di essere un buon re, mentre lui potrà solo sperare di essere ricordato come un buon principe.
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