Canestra di frutta, breve analisi del dipinto di Caravaggio
La Canestra di frutta è un’opera del Caravaggio realizzata negli anni della sua giovinezza. E’ datata tra il 1594 e il 1598. Si tratta di una natura morta, olio su tela, che misura 46 x 64,5 centimetri. E’ conservata a Milano, presso la Pinacoteca Ambrosiana.
Michelangelo Merisi, detto – dal presunto luogo di nascita – il Caravaggio, è il maggiore pittore italiano del Seicento. Intorno al 1591-92, il giovane pittore si reca a Roma ed è qui che svolge gran parte della sua attività.
In un primo momento lavora presso alcuni pittori locali, il più noto dei quali è il Cavalier d’Arpino. Egli lo mise “a dipingere fiori e frutta”, ovvero a svolgere un’attività di pittore di “nature morte”. Tale esperienza sarà fondamentale per tutta la pittura del Caravaggio.
Canestra di frutta di Caravaggio: l’importanza della natura morta
La “natura morta”, infatti, non è un soggetto “nobile” che possa essere interpretato; essa è solo se stessa, in tutta la sua presenza di oggetto reale. E’ quindi più adatta a diventare pittura senza sottintesi allegorici, senza significati nascosti, più adatta ad esprimere il mondo interiore dell’artista.
Si tratta di un tipo di pittura fatta soltanto di colori, di luci e di ombre. La “natura morta” aiuterà poi il Caravaggio a capire la realtà di per sé; non una realtà abbellita secondo la norma classica, ma la realtà quotidiana nella quale vive l’uomo.
Testimonianza delle opere giovanili di Caravaggio sono: la Canestra di frutta, il Bacco e il Riposo nella fuga in Egitto.
Descrizione del quadro
La prima opera, la Canestra di frutta, qui analizzato rappresenta l’unico esempio di “natura morta” autonoma del pittore. In quest’opera l’umile oggetto naturale diventa protagonista, rilevandosi contro il fondo chiaro compatto. Essa vive plasticamente, per i rapporti fra luci e ombre, per il brillìo degli acini d’uva, per la rotondità lucente della mela, del limone e della pesca, per la rugosità dei fichi, per il distendersi o accartocciarsi delle foglie.
Questa verità di riproduzione non è una banale copia: nella sua magnifica evidenza, nell’equilibrio compositivo fra pieni e vuoti, nel rapporto reciproco dei colori, la canestra di frutta assume una vitalità intensa e si colloca fra i capolavori della pittura caravaggesca.
Ne ignoriamo la data esatta, anche se è da supporre che possa essere stata dipinta intorno alla metà dell’ultimo decennio del secolo XVI. Si tratta di quel decennio in cui la formazione del pittore si completa; egli è poco più che ventenne. Accanto a questa si collocano opere come il Bacco degli Uffizi (1593-1594, olio su tela, centimetri 95×85. Firenze, Galleria degli Uffizi) e il Riposo nella fuga in Egitto (1594-1596, olio su tela, metri 1,30×1,60. Roma, Galleria Doria Pamphìli).