Canzoni della giovinezza perduta (di Gaetano Cappelli)
oggetti smarriti: avete la mia giovinezza?
all’inizio delle ferie, quando ancora ero a casa, volevo un libro leggero-ma-non-troppo, che mi facesse ridere senza essere idiota, che mi lasciasse comunque qualcosa.
un po’ per caso ho tirato fuori un libro di gaetanocappelli che ancora mi mancava: canzoni della giovinezza perduta – marsilio, 2010.
gaetano cappelli è quello di parenti lontani e se non l’avete letto, potete alzarvi subito dalla sedia e andare a comprarvelo. o ordinatelo online. o fate ciò che vi pare ma leggetelo che fa ridere. non il ridere alla colorado café, il ridere vero.
be’ comunque, questi racconti non fanno ridere quanto quello, sono un po’ più seri e un po’ più reali forse, e uno di sicuro anzi un pezzo di uno, l’avevo già letto in qualche antologia forse. però sono un filone unico con personaggi che si richiamano e storie che sono un pochino intrecciate un pochino no. gaetano cappelli riesce a descrivere il sud come qualcosa di diverso da quello a cui noi gente del norde siamo abituati. non è il sud dove si va in vacanza, né quello che si vede al tiggì.
è il sud di chi se ne va per studiare e poi torna, quello che sulla cartina aspetta che non sono sicurissima di dove metterlo, quello che ci passi e dici che fortuna che abbiamo in italia eh.
un racconto però mi ha fatto lacrimare. dal ridere. ed ero in treno, su quel treno lunghissimo che al sud mi ci portava però un po’ più a sud del libro di cappelli. il racconto è Salvati, e foss’anche solo quello, vale tutto il libro.