Battere la fiacca: 2 ipotesi da dove può derivare questa espressione
La locuzione “battere la fiacca” nella corrente lingua italiana è utilizzata come pari sostituto di oziare, poltrire o restare indietro per mancanza di volontà. Se da una parte il significato è molto chiaro, l’origine di tale espressione resta più nebulosa. Ad oggi, sono due le interpretazioni che hanno raccolto maggior credito. Vediamo di seguito le due ipotesi da dove deriverebbe il modo di dire battere la fiacca.
Le vesciche dei giocatori olimpici nell’Antica Grecia
L’espressione “battere la fiacca” sembra rimandare alle radici della cultura mondiale, all’antica Grecia. Al termine della maratona, nei celebri giochi olimpici di Atene, i corridori si ritrovavano i piedi pieni di “fiacche” o vesciche.
In un precedente articolo abbiamo parlato della distanza della maratona.
Per curarle, le battevano con rametti di ulivo direttamente attaccati sulle piante. Battere la fiacca, così, significa curare lo sforzo, lenire le fatiche e quindi, per traslato, riposarsi, fermarsi e oziare.
Battere la fiacca: l’origine più accreditata… dal gergo militare piemontese
Pare che l’espressione fu pronunciata per la prima volta da alcuni fanti piemontesi, in trincea, prima dell’unità d’Italia. Era tipico della fanteria, infatti, battere gli ordini cioè comunicarli a suon di tamburo.
Quel giorno, questo manipolo di giovani di origine sabauda scherzò facendo credere che si fosse ufficialmente diffuso l’ordine di oziare che, cioè, per una volta, fosse stata, appunto, battuta la fiacca.
Nella fanteria, e non solo, però non sfilavano solo ragazzi da Torino e dintorni. La presenza di giovani provenienti da tutto il Paese – che ancora Paese non era – permise il diffondersi di questa espressione su tutto il territorio nazionale fino a farne una locuzione della lingua italiana a tutti gli effetti, così come oggi la conosciamo.