L’agrifoglio di Natale
L’Agrifoglio, il cui nome latino è Ilex aquifolium, noto anche come Aquifoglio, Alloro spinoso o Pungitopo maggiore, è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Aquifoliaceae, originario dell’Asia occidentale e dell’Europa. Il suo nome deriva dal latino acrifolium, da acer, acuminato, e folium, foglia, ovvero “specie d’albero dalle foglie spinose”.
Approfondimento
Caratteristiche
L’agrifoglio può raggiungere, in condizioni favorevoli, l’altezza di 10-20 metri; vi sono anche agrifogli di dimensioni più contenute che sono strutturati come arbusti. La sua chioma è a forma di piramide, la corteccia liscia e grigia ed i rami sono di colore verdastro; le sue foglie sono di un verde scuro lucente, con i bordi a volte di color bianco, crema o giallo, che creano un gradevole contrasto. Il loro margine spinoso è una delle caratteristiche che lo distinguono.
Le foglie giovani che si trovano nella parte bassa della pianta sono munite di spine acuminate ed hanno un margine ondulato, mentre le foglie nella parte alta dell’arbusto si presentano di forma ovale senza spine.
Alcuni studi effettuati hanno evidenziato che rendere più pungenti alcune foglie è un modo per la pianta di difendersi dagli animali. Una ricerca pubblicata sulla rivista Botanical Journal of the Linnean Society ritiene che le variazioni di forma delle foglie sullo stesso albero sarebbero il risultato della risposta molecolare alla pressione ambientale data dagli animali che si avvicinano alla pianta.
I suoi frutti sono delle bacche polpose di colore rosso vivo, velenose per l’uomo, ma particolarmente gustose per gli uccelli, mentre i fiori sono piccoli, bianchi o rosati e si presentano a grappoli all’ascella delle foglie.
Anime gemelle
L’agrifoglio è una pianta dioica: gli organi riproduttivi maschili e femminili non si trovano sulla stessa pianta; i gameti maschili e femminili vengono prodotti su due piante diverse. Per far in modo che una pianta dioica femminile produca dei frutti è quindi indispensabile la presenza di una pianta che possiede fiori maschili in grado di produrre polline, che verrà poi trasportato ad una pianta femminile, per esempio tramite il vento o gli insetti. L’agrifoglio ha quindi bisogno dell’anima gemella per far nascere i suoi vermigli frutti. Solo i fiori femminili produrranno bacche tonde di colore rosso, le drupe. Un agrifoglio pieno di bacche sarà quindi un esemplare femminile, nei cui pressi si trovava anche un esemplare maschile.
Leggende e tradizioni
L’agrifoglio racchiude in sé i tipici colori del Natale; in inverno con il vivace colore verde scuro del suo fogliame ed il rosso acceso delle sue bacche, spicca nel grigiore delle piante che lo circondano, infondendo vitalità ed allegria. Utilizzato come pianta decorativa già molto prima dell’avvento del Natale cristiano, leggende e tradizioni identificano l’agrifoglio come un prezioso portafortuna.
L’essere sempreverde lo rende una pianta simbolo di eternità, mentre le sue foglie acuminate richiamano il significato di aggressività, caratteristica essenziale per poter allontanare gli spiriti maligni, secondo le tradizioni di Romani e Druidi (sacerdoti degli antichi popoli celtici), ma anche di Greci ed Etruschi. Le pungenti foglie simboleggiano la difesa da tutto ciò che è pericoloso ed ostile.
Ritenuta una pianta dalle proprietà magiche, l’agrifoglio veniva indossato tra i capelli durante i riti sacrificali come portatore di buon auspicio ed era utilizzato durante ogni festività, appeso fuori dalla porta delle abitazioni, come decorazione interna per onorare gli spiriti della foresta e regalato in rametti alle persone amate.
Durante la festa celtica di Yule, al solstizio d’inverno, veniva celebrata la rinascita del Sole, che era simbolicamente rappresentata come una lotta tra la quercia estiva e l’agrifoglio invernale. Come anche nei Saturnali romani (festività della religione romana), le bacche scarlatte rappresentavano la prosperità durante il cupo inverno, il ritorno della luce dopo le tenebre, il calore dopo il gelo ed un vero portafortuna per l’anno che doveva venire. Dalla festa di Yule, deriverebbe l’uso decorativo dell’agrifoglio e del vischio nel Natale cristiano, come simbolo del perdurare della vita durante l’oscurità ed il freddo invernale. Secondo la tradizione cristiana però, le foglie pungenti di agrifoglio ricondurrebbero alla corona di spine di Cristo, i frutti rossi al suo sangue, i fiori bianchi alla purezza della Madonna.
Tossicità
Alcuni componenti dell’agrifoglio, come i glucosidi, sono tossici per l’organismo umano: sia le bacche che le foglie, se ingerite, possono causare gravi intossicazioni, con conseguenti danni al sistema nervoso, al cuore, all’apparato gastro-intestinale ed ai reni.
Pungi… topi
In assenza di elettrodomestici per la conservazione dei cibi, i rametti di agrifoglio, come quelli di pungitopo (Ruscus aculeatus), venivano anticamente posti attorno alle provviste nelle dispense, per salvaguardarle dai topi che, se punti, avrebbero rinunciato al bottino. L’agrifoglio viene infatti chiamato anche “Pungitopo maggiore”.
Bellissimo articolo.Grazie.