Il delitto di Addolorata Palmisani
È scesa per le scale ed è andata in garage dal marito, dal quale era in procinto di separarsi: siamo in Viale Aldo Moro 177, a Monopoli, quando, dopo l’ennesima lite, il marito, Domenico Maggio, ha afferrato l’ascia e ha colpito Addolorata Palmisani, 51 anni, sopra la clavicola destra, recidendo l’arteria giugulare. Pochi istanti e Addolorata è morta dissanguata. Siamo al 4 settembre 2011. La coppia era in procinto di separazione: l’uomo, 49 anni, viveva nel garage, dove è avvenuto il delitto. Secondo una prima ricostruzione, il marito avrebbe reagito ad una provocazione.
Approfondimento
Chi era Addolorata Palmisani
Addolorata Palmisani apparteneva ad una famiglia tradizionalista e con serie difficoltà economiche, tanto che da ragazza è stata costretta a lasciare gli studi per andare a lavorare e aiutare la famiglia economicamente. Il padre era severo con la giovane, obbligandola alla vita di bracciante agricola e dopo il lavoro per lei c’era solo la casa. Si sposa a soli 18 anni con Domenico Maggio, anche lui della stessa città; inizia così per la donna una convivenza difficile, fatta di violenze. Dal loro matrimonio nascono tre figli, ma questo non serve a Domenico per prendersi cura della sua famiglia. La donna chiede la separazione, lui non si preoccupa più dei figli, né tantomeno di pagare il mantenimento.
La condanna
Domenico Maggio è stato condannato a 15 anni e 4 mesi di reclusione: un processo con rito abbreviato, che ha portato alla condanna dell’omicida. Alle indagini hanno collaborato Polizia e Carabinieri. I poliziotti si sono recati sul luogo del delitto subito dopo la tragedia, mentre i Carabinieri hanno dato la caccia all’omicida.
La ricostruzione dei fatti
Domenico Maggio stava per andare al mare quel 4 settembre del 2011, quando la donna lo raggiunge in garage. Hanno una discussione, poi il raptus di follia. Domenico Maggio afferra l’ascia e colpisce la moglie, lasciandola a terra in una pozza di sangue. Uno dei colpi raggiunge la donna alla gola, recidendole la giugulare. Per lei non c’è stato scampo: è morta dissanguata. L’uomo fugge e si rende irreperibile, poi viene preso dai Carabinieri e, dopo un lungo interrogatorio, confessa il delitto.