Finché c’è prosecco c’è speranza

il mantra

quelli di cucina calibro noir ieri sera hanno organizzato la serata di presentazione per il libro di fulvioervas finché c’è prosecco c’è speranza – marcos y marcos, 2010.
osteria del biliardo, sarde in saor, pasta radici e fasioi, osei scampai e gelato alla cannella. no, mannaggia, alla cannella era finito, ecco del gelato al cioccolato. peccato.

Finche c'è prosecco c'è speranza (2010)
Finché c’è prosecco c’è speranza (2010)

la manu che impazzisce per organizzare tutto ed è bravissima, lucacrovi e gigioalberti che affiancano l’autore. la voce di gigio. credo di averne già parlato. signori, la. voce. di. gigio.
c’era anche gente che a biliardo ci giocava ieri, e io che non ne so assolutamente nulla sono rimasta ipnotizzata. non sono perfettissime le palle del biliardo? e lucide e splendide? e l’acqua calda, annì, quando la scopri?

il mantra di cui sopra è ovviamente il titolo del libro. che mi ripeto in testa più e più volte al dì.

Fulvio Ervas
Fulvio Ervas

ervas ha scritto un libro che ieri a zioburp ho riassunto così:

funziona che c’è il poliziotto stucky che è mezzo italiano mezzo persiano. siamo tutti per l’integrazione, e uno un po’ persiano secondo me è pure bono. c’ha un capo che è un po’ stronzo e non si fida molto di lui fino a quando non perde la brocca e gli lascia tutto il lavoro.
paesini del prosecco, dove tutti sanno tutto e il prete è un po’ il capo della cumpa.
c’è un suicidio, un po’ bizzarro, di un tizio che fa il prosecco ed è eccentrico. c’è la di lui nipote ed erede che arriva dalla colombia e vuole trasformare tutto in campi di banane, o caffè.
poi c’è un morto ammazzato, e ci sono tante domande sui danni che un cementificio fa e non dice. 
la denuncia sociale di questa cosa è il punto centrale del romanzo anche se magari non sembra.
molte battute molti pezzi che se non ridi, almeno sorridi.
e poi i capitoli sono inframmezzati dal matto del paese che pulisce le tombe della gente morta e per ognuna racconta una storia, che spiega chi è, e come spesso le cose che si vedevano non erano quelle vere.
finito.
è un po’ più di questo in realtà, ma voto per la sintesi. non ho letto i precedenti con lo stesso protagonista ma ho apprezzato tantissimo la mancanza di spiegoni.
poi ho conosciuto della bella gente, bevuto, riso, fatto domande, ascoltato risposte, quelle serate che coi libri in mezzo funziona sempre tutto un pochino meglio.
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Arlec

giro le pagine - solo così posso andare avanti è il nome della rubrica di arlec. arlec legge perché le piace. nella sua rubrica ci sono note sparse su quello che legge, che non sono proprio recensioni, ma pensierini.

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Anna, sei fantastica! In effetti avere anche i giocatori di biliardo, ieri sera, ha reso la cena ancora più speciale. Ti mando delle foto.
Emanuela