Riffano in piedi (opera di Henri Matisse)

Riffano in piedi”, conosciuta anche come “Marocchino in verde” è un’opera dipinta da Henri Matisse nel 1913, che misura 146,5 x 97,7centimetri. Questo olio su tela è custodito presso l’Hermitage Museum di San Pietroburgo, in Russia. L’artista, il 21 novembre 1912, scrisse alla figlia Marguerite, annunciandole la creazione del dipinto: “Oggi ho iniziato una tela della stessa dimensione di ‘Pesci rossi’ di Scukin. E’ ritratto un riffano, un tipo di bandito splendido e selvaggio come uno sciacallo. Spero che proceda bene, dato che l’inizio è buono“.

Riffano in piedi - Standing Riffian - Marocchino in verde - Standing Moroccan in green - Matisse - 1913
Riffano in piedi (o Marocchino in verde) – Henri Matisse, 1913

Riffano in piedi (o Marocchino in verde) : analisi del quadro

Matisse, con quest’opera, vuole creare un’immagine ieratica, come le icone bizantine e russe. Il bandito viene raffigurato in piedi, con colori puri e brillanti, dalle pennellate corpose e dense: è un disegno piatto. I motivi decorativi dell’abito del protagonista ricordano smalti cloisonnes bizantini, nonché le tessere dei mosaici antichi.

Nella realizzazione dell’opera, Matisse si lascia influenzare dalle monete bizantine, e lo dichiara lui stesso, il 26 maggio 1913, a Matthew Pritchard, esperto di numismatica orientale:

Le monete bizantine mi hanno influenzato. Ne avevo in mente una quando ho dipinto il quadro del Riffano… Un’opera come questa (un disegno bizantino) indica una forma mentis elevata nell’artista“.

È proprio in Marocco che Matisse trova la luce e i colori caldi africani ad ispirarlo; qui si reca tra il 1911 e il 1912, in particolare a Tangeri, dove tornò anche l’anno seguente, dopo le richieste dei due committenti russi Scukin e Morozov. In questo periodo, dipinge tanto, dalle nature morte alle vedute, dai paesaggi ai ritratti, adottando sempre meno profondità dello spazio per un’immagine piatta, bidimensionale. Ed è proprio in questo periodo che Matisse dipinge il “Riffano in piedi”.

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Il suo interesse per l’Oriente accompagna in larga misura la sua vita artistica. Il suo primo viaggio in Africa lo compie nel 1906 a Bistra, in Algeria. L’artista manifesta il suo amore per l’arte orientale islamica, particolarmente per i tessuti persiani, come viene documentato dalle fotografie conservate nel suo studio. E non solo: anche dalle sue tele che vedono spazi pieni di tappezzerie e tessuti decorativi.

Il momento del suo primo viaggio in Nord Africa, va a coincidere con l’ultima fase del periodo Fauve, ovvero un periodo di transizione tra le sue opere post-impressioniste e lo stile più sintetico successivo. Fu comunque Matisse l’artista tra i primi dei Fauve, che diffuse l’arte africana. Un interesse che scaturì negli europei dalle tante mostre organizzate in tutte le principali città europee, come Lipsia, Anversa, Bruxelles, Colonia e Parigi.

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Serena Marotta

Serena Marotta è nata a Palermo il 25 marzo 1976. "Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi" è il suo primo libro. È giornalista pubblicista, laureata in Giornalismo. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia e con La Repubblica, ha curato vari uffici stampa, tra cui quello di una casa editrice, di due associazioni, una di salute e l'altra di musica, scrive per diversi quotidiani online ed è direttore responsabile del giornale online radiooff.org. Appassionata di canto e di fotografia, è innamorata della sua città: Palermo.

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