La forma dell’acqua, recensione del film di Guillermo del Toro

Nell’articolo che segue riassumiamo la trama del film La forma dell’acqua, realizzato dal regista americano Guillermo del Toro nel 2017. Il film è uscito nelle sale statunitensi alla fine dell’anno 2017 (dal 1° dicembre), mentre è arrivato in Italia solo qualche tempo dopo: a partire dal giorno di San Valentino, 14 febbraio 2018. Oltre al trailer e al poster ufficiale del film, riportiamo nell’articolo anche una breve recensione.

La forma dell'acqua

Trailer del film

La forma dell’acqua: trama del film

Siamo nel 1963 a Baltimora negli Stati Uniti d’America. Da poco Kennedy ha fatto il suo famoso annuncio contro i missili di Cuba che inasprirà la guerra fredda. Elisa Esposito, una ragazza muta, affronta come ogni giorno, la sua quotidianità. Si sveglia, fa il bagno, vive la sua intimità, si prepara da mangiare e prende l’autobus che la porterà nell’Istituto di ricerche spaziali dove lavora come donna delle pulizie. Oggi però c’è una novità.

In uno dei laboratori di massima sicurezza hanno portato una cassa pressurizzata nella quale c’è dell’acqua verdognola. Lei tocca uno dei boccaporti della cassa e una mano palmata le risponde agitando l’acqua. Si tratta di una creatura acquatica che deve essere studiata da alcuni scienziati che si occupano di inviare cavie nello spazio. Ma la creatura non è solo un anfibio bizzarro, grande come un uomo, ma è anche un essere sensibile e intelligente di cui Elisa si innamora perdutamente.

Di nascosto gli porta del cibo e gli fa ascoltare la musica degli anni ’50 di cui è una grande appassionata, come dei musical che guarda nella tv in bianco e nero insieme al suo vicino di casa. La creatura apprezza queste attenzioni e dopo un primo approccio timido e sospetto si lascia andare. Essa comunica con Elisa a gesti e con una simbologia che va dritta al punto del discorso. Ma il loro amore è contrastato dagli eventi.

Gli americani vogliono uccidere l’essere e vivisezionarlo e un uomo assai cattivo che si occupa della sicurezza dell’Istituto, Richard Strickland, lo tortura e lo tormenta, ricevendone in cambio un morso che gli mozza due dita. Elisa capisce che ha poco tempo se vuole salvare il suo amore. Con l’aiuto di Zelda, la sua amica e collega di origini afro-americane e il suo amico pittore, omosessuale discriminato, immagina un piano per rapire il suo amore.

Nel frattempo i sovietici, che hanno infiltrato uno scienziato nel team che deve studiare l’anfibio, decidono di ucciderlo per non permettere agli americani di studiarlo. Ma lo scienziato sovietico non obbedisce agli ordini e decide di aiutare Elisa a realizzare il suo sogno: liberare la creatura e restituirla al mare.

Incapace di percepire la forma di Te, ti trovo tutto intorno a me. La tua presenza mi riempie gli occhi del tuo amore, umilia il mio cuore, perché tu sei ovunque.

Recensione e commento al film

Guillermo del Toro realizza quello che potrebbe essere definito il suo capolavoro, ma che in realtà è un film difficile da collocare. La scenografia e le luci sono spettacolari perché rendono il film La forma dell’acqua un’opera a metà strada fra il thriller cupo della seconda metà del Novecento, e la storia d’amore che ricorda film di epoche passate, ma ancora memorabili per l’empatia che i personaggi creano con il pubblico.

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Anche gli attori sono bravi nel calarsi nei personaggi, che hanno tutti delle caratteristiche spiccate e riescono nel contesto della trama a muoversi senza intoppi e senza dover sacrificare qualcosa agli altri. Riescono invece ad armonizzarsi con la trama. La regia è originale ma anche invadente. Nel senso che alcuni tagli di scene rallentano il ritmo del film e rendono la storia meno scorrevole.

Guillermo del Toro
Foto di Guillermo del Toro

Comunque Guillermo del Toro realizza un ‘opera originale: essa non ha nulla a che fare con i suoi lavori precedenti. Questo film lo colloca all’interno di un gruppo ristretto di registi che inventano dal nulla un film difficile da raccontare e da immaginare. Anzi si potrebbe dire che è un tipo di film che probabilmente inizia un genere nuovo che ispirerà altri registi.

Questo è un film d’epoca, il mio film più francese per certi versi, ambientato nel 1962, ma parla dei problemi che abbiamo oggi. Quell’America piena di promesse, che voleva essere grande, sempre lanciata verso il futuro ma afflitta dal razzismo e dal classismo non è morta del tutto. Essendo messicano, so bene come si viene guardati quando qualcuno ti considera ‘l’altro’, così ho cercato di ricreare nella creatura tutta l’alterità possibile. Ho scritto questo personaggio pensando ad una marea di persone invisibili.

La trama è complessa e avvincente e mentre il film scorre ci si rende conto che non è possibile riuscire ad inquadrare totalmente molti dettagli. Forse servirebbe vederlo più volte perché il lavoro del regista ha sottratto gli effetti speciali alla loro comune funzione. Tutto sembra costruito sul set. Si tratta quindi di un film artigianale, dove il regista e il produttore hanno cercato di avvalersi di mezzi per rendere più realistica la visione. Come quando all’inizio del film compare una stanza immersa nell’acqua, dove i mobili si muovono spostati dalla corrente. In questo caso il regista non ha utilizzato gli effetti speciali ma dei cavi con luci particolari per ricostruire l’effetto ottico del mare che sposta i mobili.

La forma dell’acqua è un film realizzato con un budget relativamente basso, pare 19.5 milioni di dollari. Ed è già destinato ad entrare nella storia del cinema.

Locandina del film

La forma dell'acqua locandina
Poster del film

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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