Donna e anemoni, quadro di Matisse

La donna ritratta in questo dipinto di Henri Matisse è con ogni probabilità la modella Antoinette Arnoux (già protagonista di un altro quadro: Le piume bianche) rappresentata in una stanza dell’hotel Mediterranée a Nizza. Si tratta dell’opera Donna e anemoni, dipinta nel 1920. E’ un olio su tela che misura 78,7 x 98,8 centimetri. Il quadro è custodito presso la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli al Lingotto di Torino.

Donna e anemoni - Femme et anemones - Matisse 1920
Donna e anemoni (Femme et anemones) • Henri Matisse, 1920

È il volto umano che ha sempre interessato l’artista francese, dove “ogni figura ha il suo ritmo particolare”, spiega Matisse nel 1954 a proposito del ritratto in generale. È dal ritratto che Matisse suscita scandalo, con la scelta della posa, ad esempio, della signora Matisse nella Donna con cappello, trattato in un articolo precedente.

Donna e anemoni, descrizione del quadro

La stanza dai caratteristici mobili, la tovaglia a righe rosse, con la carta da parati a racemi; una grande finestra con le tende, che mostra la silouette dei passanti; una poltrona imbottita e comoda con decorazioni in pizzo, dove spesso Matisse usa collocare la modella nuda. Stavolta invece Antoinette posa vestita, intenta a leggere un libro, lasciando spazio ad un momento di pausa dalla lettura, con la faccia appoggiata alla mano destra e il capo piegato a destra con lo sguardo verso lo spettatore.

Donna e anemoni è un’opera vivace, come quelle dipinte dall’artista in questo periodo (anni Venti). Una vivacità che Matisse esprime con piccole pennellate e chiazze di colore. E ancora: morbide linee decorative, forme appiattite ma molto realiste. C’è un gioco di corrispondenze tra forme e colori, fatte dall’artista francese in modo rigoroso: così i rossi della parete e della poltrona si ritrovano sulle righe rosse della tovaglia.

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Quindi si passa al mazzo di fiori sul tavolo che mostra colori e dimensioni molto vicini al viso della modella. Matisse riesce a fare del colore una fonte di luce. È l’artista che riesce a dipingere la realtà trasformandola in forme semplificate, appiattite, accostando colori primari e secondari puri, accesi e luminosi. Una “violenza” cromatica che scandalizza al punto che la sua arte è definita fauve, che significa appunto belva. Matisse è la forza della linea, l’emozione del colore.

Il soggiorno a Nizza

Matisse resta incantato da Nizza, dove il suo soggiorno sarebbe dovuto essere breve. Invece è lì che decide di passare trent’anni della sua vita, sino alla sua morte. Scopre la città nel 1917: a Nizza si reca per curare una bronchite e decide proprio di alloggiare all’hotel Mediterranéé, oggi ribattezzato Palais de la Mediterranée, sede del nuovo casinò.

Più tardi trova un appartamento al quarto piano di un palazzo d’epoca con vista, che si affaccia sulla Baia degli Angeli. Da qui attinge la sua forza, dalla vista del mare e ammira la luce di Nizza che si offre ai suoi occhi. È proprio dalla luce che trae la sua ispirazione.

Così dice Matisse a tal proposito:

Quando ho capito che ogni giorno avrei potuto sognare questa luce, allora sono riuscito anche a credere alla mia fortuna.

In pratica la luce, che per un pittore assume mille significati, per Matisse è la fortuna di trovare ogni giorno la medesima illuminazione, per riprendere il suo quadro e dare continuità al suo stato d’animo.

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Serena Marotta

Serena Marotta è nata a Palermo il 25 marzo 1976. "Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi" è il suo primo libro. È giornalista pubblicista, laureata in Giornalismo. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia e con La Repubblica, ha curato vari uffici stampa, tra cui quello di una casa editrice, di due associazioni, una di salute e l'altra di musica, scrive per diversi quotidiani online ed è direttore responsabile del giornale online radiooff.org. Appassionata di canto e di fotografia, è innamorata della sua città: Palermo.

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