Vostro onore: Stefano Accorsi nei panni del giudice Vittorio Pagani
A volte la vita, imprevedibile, ci mette davanti a veri e propri conflitti di che scuotono la coscienza, mettendo in discussione ciò che mai avremmo pensato: ad esempio il senso di giustizia. Succede qualcosa del genere a Vittorio Pagani, il giudice milanese protagonista della serie tv “Vostro Onore”. La fiction andrà in onda per quattro serate su Rai Uno a partire dal 28 febbraio.
Ad interpretare il magistrato, dilaniato da un conflitto morale tra i principi etici di giustizia sui quali ha fondato la sua carriera professionale e uno dei sentimenti più ancestrali, l’amore per un figlio, è l’attore Stefano Accorsi.
“Vittorio è un giudice milanese conosciuto e rispettato per la sua integrità, in corsa per la carica di presidente del Tribunale di Milano. Suo figlio ha sbagliato e lui lo spinge a prendersi le sue responsabilità, fino a quando si rende conto che, così facendo, la vita del figlio è rischio. E qui è il dilemma: che fare? Come reagirebbe un qualsiasi genitore? E una storia che attiene all’archetipo“, spiega Accorsi.
Il legal thriller, prodotto da Rai Fiction in collaborazione con Indiana Production, è imperniato sul dilemma personale di un uomo, rimasto vedovo, che ad un certo punto della sua carriera professionale, si trova a dover mettere tutto in discussione per salvare la vita a suo figlio.
Etica professionale ed etica morale: il dilemma di Pagani
La serie tv è ambientata all’interno del Palazzo di Giustizia di Milano. Alcuni consulenti magistrati hanno dato il loro contributo nella realizzazione degli episodi, per adeguare il format alla realtà giuridica italiana.
“Io credo che ci siano delle cose davanti alle quali non si riesca a riflettere più di tanto, ma semplicemente si agisca, sono i grandi momenti di verità della nostra vita. Credo anche che questa serie non cerchi di dare una risposta a questa domanda, che viene continuamente reiterata. E’ coinvolgente, piena di colpi di scena. La serie non crea un personaggio senza macchia e senza paura, Vittorio Pagani non è un eroe e non viene mai giustificato nelle sue azioni.
Credo che non renderemo né un buon servizio, né un cattivo servizio alla magistratura, credo che i loro problemi siano altri e non la nostra fiction. L’aspetto familiare della vicenda connota la serie, qui si parla di una scelta etica, morale di qualcosa di personale, privata e familiare, un padre e un figlio”.