Dove sei stanotte (Alessandro Robecchi)
tra giallo e noir
di alessandro robecchi è uscito il secondo libro. no, il quarto in realtà – e aggiungiamo pure che robecchi scrive da sempre comunque. dico è uscito il secondo libro parlando di narrativa. dove sei stanotte – sellerio 2015, è il seguito di questa non è una canzone d’amore, che ho letto ma di cui, come di molti libri, ricordo pochissimo. ricordo però che l’avevo letto volentieri e avevo apprezzato.
quanto mi piacciono i libri ambientati a milano. perché vedo, mentre leggo. perché adoro milano e tra 5 giorni saranno 15 anni che sono qui. 15. stamminchia.
la metro gialla si fermava a zara, in agosto in centro non trovavi nemmeno un posto dove mangiare, andavamo a ballare all’idroscalo o in un pub sui navigli che ora è chiuso, beneomale si trovava parcheggio o ce lo si inventava, non c’erano hamburgerie a venderti un panino per venti euriz, ci si portava in auto un bottiglione di gintonic per non spendere troppo, la birra artigianaCOSA? si faceva l’alba mangiando pizza al taglio in piazza gobetti o si limonava pesante in fondo a valvassori peroni.
e io avevo nemmeno vent’anni, un’università che odiavo, un lavoro, un fidanzato bello-da-morire che però ecco magari se la prossima volta me lo dici prima che hai un’altra, è meglio, mettevo dei vestiti improbabili (ve lo ricordate quello lungo leopardato? no? meglio), abitavo col mio migliore amico che is not in the picture anymore manco lui e avevo per la prima volta una compagnia. chissà dove siete finiti tutti. chissà se state bene.
e robecchi che c’entra? niente, infatti.
alessandro robecchi scrive della milano di oggi, che impazzisce durante il salone del mobile, che l’expo e i contratti precarissimi, i bar di corvetto e quelle cose lì. scrive anche di chi vuol provare a fare la differenza, anche se piccola. poi va bene c’è la storia, il morto, ma quello che ho apprezzato di più è il contorno.
faccio fatica a definire questo romanzo un noir. non trovo la parte nera. un giallo? un giallo ci sta, c’è il morto, la polizia, uno che non è la polizia ma scopre cose. per il noir me manca un po’ di quella cosa marcia nel cuore, si capisce?
questo libro, e anche il precedente, di questo sono sicura, parlano di cose serie ma ti fanno sorridere. no, a volte ridere proprio. perché robecchi alla fine è robecchi e lo sa che a volte, se ridi, il sottotesto ti entra meglio. qui di sottotesti ce ne sono diversi, a volte non stanno nemmeno troppo sotto, in effetti.
poi c’è anche un momento in cui ho frignato ma è solo perché sono invidiosa di cose che a me non succederanno. aspe’ che c’ho di nuovo i lacrimoni.