Cosa significa l’espressione “Spada di Damocle”?
Utilizzata nel linguaggio comune con il significato di minaccia incombente, la locuzione “spada di Damocle” si è diffusa a partire dal diciannovesimo secolo, pur avendo origini molto antiche. Si dice infatti che “pende sul capo di qualcuno la spada di Damocle”, per riferirsi ad un pericolo che potrebbe realizzarsi da un momento all’altro.
Damocle è un personaggio appartenente alla mitologia classica greca. L’aneddoto da cui ha origine l’espressione di uso comune “spada di Damocle” viene riferito per la prima volta dallo storico Timeo di Tauromenio nella “Storia di Sicilia”, poi ripreso da Cicerone nelle “Tusculanae Disputationes”.
La leggenda di Damocle
La leggenda narra del principe Damocle, che si trovava presso la corte del tiranno Dionigi I il Vecchio, nel IV secolo a.C. Damocle era un grande adulatore. Egli non perdeva occasione nel ricordare a Dionigi quanto fosse fortunato a godere di tanta autorità e prestigio per il suo ruolo di tiranno.
Dionigi gli rispose allora di prendere il suo posto per un giorno per capire se davvero lui fosse così fortunato come la maggior parte delle persone credeva. Lo invitò quindi a partecipare al banchetto, pieno di tantissimi cibi buonissimi, e lo fece sedere al suo posto.
Solo alla fine della fastosissima cena, alzando il capo, il cortigiano Damocle si accorse che su di lui pendeva una spada sorretta soltanto da un crine di cavallo; era messa in modo così precario che poteva cadergli in testa da un momento all’altro.
Impaurito, Damocle pregò il tiranno di andare via e tornare nei suoi panni di umile cortigiano. Dionigi aveva posizionato la spada sulla testa di Damocle per fargli capire quanto sia in realtà insicura ed esposta a mille pericoli la posizione di un uomo potente.
La metafora della spada
La spada di Damocle viene utilizzata come metafora per esprimere le responsabilità e l’insicurezza legate al ruolo di un uomo potente, che vive nel costante timore di essere defraudato da qualche altro, o che qualcuno possa sovvertire lo stato di cose in cui si trova. Nella leggenda Damocle, appena scopre la spada che pende pericolosamente sulla sua testa, perde immediatamente il gusto per il cibo che stava mangiando e la curiosità per tutto ciò che gli è intorno.
La paura e l’insicurezza prendono il sopravvento e gli fanno desiderare di lasciare al più presto quel ruolo che tanto aveva invidiato prima. Il messaggio è chiaro: non si può invidiare la posizione o lo status di qualcuno che vive costantemente nel pericolo di perdere tutto.
I potenti della terra, che tanta invidia suscitano, di certo hanno mille e più spade di Damocle che penzolano quotidianamente sulle loro teste, impegnati come sono a difendere il potere spesso faticosamente raggiunto, il più delle volte ottenuto eliminando gli avversari dal loro cammino.
La maggior parte di loro devono sempre guardarsi alle spalle, possono fidarsi di pochissime persone e non possono vivere spensieratamente come una persona qualunque può fare. Mi basta pensare questo per continuare a desiderare, come Damocle, di restare nel mio mondo senza giudicare perfetto quello degli altri.