Il signor diavolo, film di Pupi Avati. Riassunto, trama e recensione
Il signor Diavolo è il titolo del film del regista bolognese Pupi Avati uscito nelle sale italiane nell’estate del 2019. La sceneggiatura è tratta dall’omonimo romanzo, scritto sempre da Pupi Avati e pubblicato l’anno precedente.
La scrittura del film porta la firma di altri due parenti: il figlio Tommaso Avati ed il fratello Antonio Avati. Con quest’opera Pupi torna ad un genere che aveva già affrontato in passato in più di un’occasione: l’horror.
Approfondimento
Il signor diavolo trailer
Nella cultura contadina il diverso, il deforme, viene associata al demonio.
Padre Amedeo (interpretato da Alessandro Haber)
Il signor diavolo: trama e riassunto
1952. Roma. Piena estate. Furio Momenté è un funzionario che lavora in un ministero non identificato: viene chiamato dal suo superiore per una missione importante. Nel Veneto super cattolico, una famiglia molto facoltosa ha deciso di girare le spalle alla Dc (Democrazia Cristiana) e sta convincendo molte persone a non votarla più.
Il motivo è un processo nel quale un ragazzino di nome Carlo deve difendersi dall’accusa di aver ucciso l’erede di questa famiglia. Il piccolo assassino pare sia stato istigato da alcune suore; la madre del defunto vuole vendicarsi sia contro la chiesa cattolica sia contro la Dc.
La missione del funzionario è quella di indagare e scagionare la Chiesa da ogni tipo di accusa. Il ragazzo, persona dagli abiti ordinari, ben educato, obbediente, accetta l’incarico. E’ stupito che il suo superiore abbia scelto proprio lui.
Durante il viaggio il funzionario legge gli atti del processo e nella sua mente, attraverso flashback, ricostruisce tutta la vicenda.
Il ragazzino che ha commesso l’omicidio lo ha fatto per difendersi dal ricco bambino che aveva avuto in passato comportamenti strani. Soprattutto egli era conosciuto per il suo aspetto orribile. Il ragazzo aveva alcuni denti molto prominenti, tanto che sembravano delle zanne di maiale.
La sorella, adottata dalla famiglia facoltosa, era stata trovata sbranata nella culla e i sospetti erano ricaduti su di lui. I genitori, in particolare la madre, lo avevano difeso con tutte le forze. Ma il ragazzo dalle fauci improprie era anche un adepto di satana: almeno così affermavano alcune persone che lo avevano conosciuto.
Carlo, quasi coetaneo del mostro e che aveva perso un amico in un incidente, era stato indotto dal ragazzo con le zanne a fare un rito per ritrovare l’anima dell’amico prematuramente scomparso; quando si era reso conto della pericolosità di quel rito e delle conseguenze sempre più sataniche e sempre più concrete, si era ribellato, uccidendo il mostro.
Commento e recensione
Da questo momento la storia diventa ancora più terribile e spaventosa. E’ qui che Pupi Avati dimostra di essere un regista sapiente, attento ai dettagli e alle sfumature. Il sacro, la Chiesa, la superstizione, la religione, diventano aspetti univoci di una trama ben scritta e con un ritmo mai inappropriato. Tutto si tiene.
La tensione cresce in un contesto bucolico, dove la superstizione e la paura atavica prendono il sopravvento. La paura, il dolore, la vergogna non si stemperano mai nella banalità e fino alla fine rimane tutto avvolto da un mistero di terrore che quasi certamente non finirà mai.
I film horror di Pupi Avati
E’ questa una delle caratteristiche più interessanti del film “Il signor diavolo” di Pupi Avati: l’originale approccio al mondo horror. Esso avviene utilizzando sempre gli stessi ingredienti, ma con un impasto nuovo e originale. Esempi di altri suoi film horror sono: La casa dalle finestre che ridono (1976), Zeder (1983) e L’arcano incantatore (1996).