Sette anni di felicità (Etgar Keret)

non ha rotto specchi

mentre ero in vacanza – ho fatto vacanze lunghe sì, e comunque leggo molto – ho letto, di etgarkeret, sette anni di felicità – feltrinelli, 2015. ne aveva parlato la mia amica silvia e se lo dice lei per me va bene a patto che non sia troppo intellettuale perché lei è intelligente e c’ha questa tendenza a volte.

Sette anni di felicità
Sette anni di felicità (2015)

etgar keret è giovane – ho ufficialmente raggiunto l’età in cui quelli sotto i 50 sono giovani, poi diventano signori, poi dopo anziani. vive a tel aviv con moglie e pargolo, i suoi sono sopravvissuti all’olocausto, ha un fratello e una sorella di cui non vi dico nulla. è scrittore e regista ma io non ho mai letto niente di suo prima di questo, e questo è il primo autobiografico. sono belli i libri dove uno parla di sé. a parte che non ti viene il dubbio di dire ma parlerà di sé? i libri autobiografici soddisfano quel voyeurismo che c’è in noi e che ci fa guardare dentro le finestre delle case quando si cammina e c’è buio e dentro ci sono le luci accese e ogni condominio diventa una serie di corti in cui ognuno racconta una storia. le storie più divertenti sono quando riesci a vedere che programmi stanno guardando alla tele. o le cene. impazzisco per le cene.

questo è probabilmente un libro catartico per keret, parla della sua famiglia con un affetto che ti fa venire un pochetto di invidia. non dico solo moglie e figlio ma i genitori, fratello e sorella che sono assai diversi da lui e tra loro.

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si fan dei bei sorrisi a leggerlo. anche se a volte parla di situazioni brutte, mica facile quando devi partorire e spareno i missili eh. nella migliore tradizione ebraica l’umorismo permea le pagine. fatto bene però, perché come dice keret stesso in un’intervista, [credo] che l’ironia sia l’arma che i deboli hanno per affrontare la durezza della realtà. È così che funziona il cervello umano: se c’è una cosa che mi disturba io cerco di cambiarla, se fallisco una volta ci riprovo, ma se è troppo grande e fallisco sempre allora ci scherzo sopra. Scherzare in qualche modo è una maniera di salvaguardare la propria dignità, è un modo di esprimere la tua protesta senza risultare patetico.

lui ha ragione anche se la sara mi diceva sempre di smetterla di fare dell’ironia su tutto, che mi serviva solo per nascondermi.

Foto di Etgar Keret
Etgar Keret

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Arlec

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