San Cristoforo: agiografia breve
San Cristoforo, la cui celebrazione ricorre il 25 luglio, viene invocato soprattutto per la protezione da calamità naturali gravi o da disgrazie. E’ venerato come protettore dei pellegrini, dei barcaioli, dei facchini, dei pendolari, dei viaggiatori, dei viandanti, degli autieri, dei ferrovieri e degli automobilisti: in pratica, di tutti i lavoratori che hanno a che fare con il trasporto, visto che egli, durante la sua vita, era impegnato nel trasporto dei corpi dei trapassati attraverso il fiume Giordano.
Pregato, nel periodo medievale, come protettore dei viandanti in procinto di iniziare un tragitto pericoloso e complicato, oggi San Cristoforo viene invocato anche contro gli incidenti stradali da parte degli automobilisti, oltre che da coloro che svolgono un lavoro rischioso e pesante: facchini, atleti, scaricatori di porto e portalettere. Inoltre, è il patrono di diverse località italiane, tra cui Gallarate, Pomarolo, Ozzano dell’Emilia, Compignano, Longiano, Ossi, Giuggianello, Lipari, Passignano sul Trasimeno e Moscufo.
Vita e leggenda di San Cristoforo
Nato nel terzo secolo dopo Cristo in Asia con il nome di Reprobo, secondo la leggenda Cristoforo, guerriero di forza eccezionale e dalla corporatura enorme, ma soprattutto cinocefalo (dotato, cioè, di testa di cane), dopo aver sterminato la propria famiglia si confessa dal Papa: questi gli impone di traghettare presso il Giordano le anime dei defunti, come penitenza.
Un giorno, Cristoforo è chiamato a portare sulle spalle un bambino e un uomo. Dopo aver trasportato l’adulto, torna indietro per prendere in carico il piccolo, ma ben presto si rende conto di avere sulle spalle un peso molto consistente; voltatosi indietro per capire cosa stesse succedendo, si accorge della presenza del Cristo di cui gli avevano parlato alcuni suoi amici monaci: Egli gli rivela che sulle spalle non sta portando unicamente il peso del bambino, ma quello del mondo intero.
Da quel momento, si converte al cristianesimo: inizia un’intensa attività di propaganda cristiana all’interno dell’esercito imperiale di cui fa parte, convertendo numerosi suoi commilitoni. Tuttavia, viene denunciato e condotto davanti a un tribunale, che decreta per lui diversi supplizi. San Cristoforo, dopo aver convertito due donne che avevano il compito di corromperlo (Niceta e Aquilina, trasformate in apostole), viene battuto con verghe e quindi ferito con frecce. Dopo essere stato buttato nel fuoco, rimasto indenne a tutti i tormenti precedenti, viene decapitato: è il 250, anno in cui la persecuzione di Decio produce un elevato numero di vittime tra i cristiani.
E’ bene sottolineare, comunque, che in ambito agiografico la figura di San Cristoforo pone diversi problemi, in quanto abbina elementi di leggenda ed elementi storici. Non si hanno dubbi, comunque, sull’esistenza reale del martire, viste le diverse testimonianze del suo culto sin dai tempi antichi, dal V secolo in poi. In tutti i racconti relativi alla sua esistenza, in ogni caso, si fa riferimento al suo desiderio di sfruttare l’utilizzo del coraggio e della forza a difesa di Dio e a servizio del prossimo.
La raffigurazione di San Cristoforo come cinecefalo fa pensare alla sua figura come alla versione cristiana di Anubi, dio pagano, raffigurato con testa di cane e forma umana o come cane nero: le ragioni di questa rappresentazione, in ogni caso, sfuggono agli storici moderni, che sono concordi nel ritenere non valida l’ipotesi relativa a una bruttezza eccessiva del suo viso.