Il Sogno (quadro di Henri Rousseau)
Tra i dipinti più celebri del pittore Henri Rousseau troviamo “Il Sogno”. Si tratta di un dipinto ad olio su tela, delle dimensioni di 204,5 x 298,5 cm realizzato nel 1910 e attualmente conservato al Museum of Modern Art di New York. Sono oltre 25 i dipinti in cui l’artista, nella sua lunga carriera, ha raffigurato paesaggi che richiamano l’ambiente e il mondo della giungla; Il Sogno è tra questi il quadro più celebre.
Il Sogno: analisi del quadro
Ne “Il sogno” si intravede, in primo piano, una donna nuda, probabilmente una modella polacca di nome Yadwingha che aveva amato in età giovanile, che giace su un divano rosso, sognando di essere trasportata in un paesaggio tropicale, al suono di un incantatore di serpenti.
Attorno, la donna è circondata da piante, fiori, belve feroci, dall’incantatore di serpenti e dal serpente. Da sfondo, il paesaggio della giungla e la luna che illumina il paesaggio circostante.
Nel dipinto possiamo ammirare personaggi dall’aspetto fiabesco come scimmie, uccelli esotici, un elefante, un leone, una leonessa, immersi in un’atmosfera surreale e al contempo stesso misteriosa.
Mentre l’incantatore di serpenti suona, sfugge proprio da lui, il serpente, raffigurato con colore arancione, che si allontana verso l’angolo destro della tela.
Tutti gli animali ascoltano il suono dell’uomo: un uccello del paradiso si volge verso di lui incuriosito, i due leoni e le due scimmie ammirano quanto sta accadendo mentre un elefante alza la sua proboscide al cielo, emettendo un lungo barrito.
Il dipinto di Rousseau segue il suo stile naif, utilizzando colori sgargianti e forme dai contorni ritagliati come se fossimo in un vero e proprio cartone animato. Il senso del sogno è dato dall’incongruenza degli elementi: da una parte una giungla irreale e dall’altra una donna che riposa su un divano (unico particolare realistico), ricordando lo schema usato nella celebre “Olympia”, realizzata dal pittore Manet.
Il dipinto “Il sogno” – di Rousseau – ottenne un buon riscontro, alla sua rappresentazione, da parte dei critici di quel tempo. Una nota che lega l’opera pittorica a quella letteraria, in seguito, è la citazione che Andrea Camilleri usa nel suo celebre romanzo “Un covo di Vipere”.