Ritratto di Giovane (New York), opera di Antonello da Messina
Approfondimento
Descrizione e storia del quadro “Ritratto di Giovane” (esposto a New York), dipinto da Antonello da Messina nel 1470
Nel panorama di opere di Antonello da Messina vi sono molti ritratti, in cui il titolo spesso si assomiglia. Il dipinto qui descritto, questo Ritratto di giovane, si distingue dagli altri con lo stesso titolo, citando il luogo in cui è esposto: New York, precisamente presso il Metropolitan Museum of Art.
Ritratto di Giovane, New York: descrizione del quadro
Realizzato fra il 1470 e il 1471 il dipinto appare rovinato da una serie di interventi di restauro troppo aggressivi che hanno tolto il chiaroscuro del volto. Tali interventi hanno inoltre peggiorato il colore superficiale delle guance.
Tuttavia rimane un’opera notevole, soprattutto per comprendere lo studio della prospettiva che Antonello da Messina stava portando avanti in quel periodo.
La posizione della testa è simile agli altri quadri, ma se si osserva bene la postura a tre quarti si nota che ci sono tre livelli di movimento:
- gli occhi girati verso lo spettatore;
- la torsione del collo;
- la posizione del busto.
Ogni parte del dipinto rappresenta una posizione differente, il cui apice è lo studio della prospettiva che proprio all’inizio del 1470 Antonello stava affrontando: ciò anche grazie allo stimolo ricevuto dalle opere di Piero della Francesca.
La prospettiva, la profondità, la luce, i colori
Il fondo nero è necessario per risaltare la luce del volto, in parte rovinata dai restauri successivi; lo sfondo impedirebbe la prospettiva che invece è salvata dal copricapo che ricade lungo la spalla del soggetto.
Grazie a questo espediente la coda del berretto suggerisce la profondità dell’immagine e porta lo spettatore a riflettere sulla profondità dello sfondo.
Mirabile il contrasto fra la camicia bianca che appena compare sopra l’abito nero: i dettagli in quest’opera sono ancora più incisivi di altre che riprendono la serie dei ritratti, come, ad esempio, quella intitolata Ritratto di Cefalù.
La luce del volto, solo in parte visibile a causa dei problemi già citati del dipinto, aveva il compito di mostrare il volume del viso, e di rendere con maggiore forza la caratura psicologica del personaggio.
L’opera è una sintesi formale del lavoro di Antonello ma è anche la conferma del suo lavoro sul ritratto; è un’opera che sottolinea la distinzione fra l’interpretazione dell’artista siciliano e quella fiamminga, da cui per diverso tempo ha tratto spunto e ispirazione.